Avezzano. A mo’ di Muse di Trento, la spugna di Menger, punta di moda attuale della geometria frattale, è sbarcata anche ad Avezzano, grazie all’opera impegnativa dei ragazzi del liceo scientifico Vitruvio Pollione. Durante la scorsa settimana scientifica, gli studenti, coordinati dalla professoressa Nadia Ciucci e dal professor Vincenzo Colecchia hanno assemblato circa 8 mila cubetti, seguendo le logiche del sistema geometrico, con la tecnica dell’origami modulari.
Seguendo le regole, per realizzare la Spugna di Menger bisogna seguire una specifica sequenza: si parte da un cubo. Lo si divide in altri 27 piccoli cubi, come nel noto cubo di Rubik. Si rimuove il cubetto centrale e i 6 al centro di ogni faccia e così ne restano 20. Si ripetono questi tre passaggi su ognuno dei 20 cubetti rimasti e così via all’infinito.
Proprio per questo “limite infinito” e l’interessante profilo geometrico, la spugna rappresenta un modo ingegnoso e divertente per legare i giovani e la matematica. Inoltre pone in atto una vera e propria competizione tra i matematici e gli appassionati per realizzare la spugna più grande, o meglio con più cubi.
Il Muse di Trento aveva lanciato una sfida a marzo dello scorso anno, puntando alla realizzazione di un livello 4 della spugna, che prevede circa 160 mila cubi. Un modello mai realizzato. Fino a dicembre 2016. Stando alle notizie del corriere del Trentino, l’obiettivo del Muse non è stato raggiunto e, pur contando sui numerosi visitatori che si sono presentati per realizzare l’opera, gli organizzatori si sono adattati al terzo livello. A raggiungere il record, però, ci ha pensato la professoressa di matematica della stessa città di Trento, Serena Cicalò che con una mente geniale ha realizzato nel novembre del 2016 il modello della spugna livello 4, con 160mila piccoli cubi, utilizzando delle semplici strisce di carta della lavanderia! La donna ha costruito un vero e proprio “castello” di carta di 101,1 centimetri, dal peso di 25 kg. “Mostruosamente” da record! @RaffaeleCastiglioneMorelli