Avezzano. Sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di rapina aggravata e lesione i due fratelli di origini magrebine ma residenti ad Avezzano che due anni fa erano entrati in una casa, armati di coltello e un tubo di ferro, e rapinato il proprietario dopo averlo immobilizzato e picchiato. Si tratta di M. W., di 27 anni e M. W., di 23, mentre il terzo uomo che avrebbe partecipato alla rapina non è stato mai identificato.
I fatti risalgono all’agosto del 2019, i due fratelli, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbero fatto irruzione nella casa di un loro connazionale, sempre ad Avezzano, e sotto la minaccia delle armi gli hanno portato via una somma che si aggira sui 380 euro e il cellulare, per poi sparire senza lasciare traccia.
Subito dopo la rapina, il proprietario dell’abitazione, M.A., si era recato al commissariato di Avezzano e raccontato l’accaduto alle forze dell’ordine, fornendo tutti i particolari dell’aggressione. La vittima è stata fortunatamente in grado di riconoscere i rapinatori dalle foto segnaletiche. E inoltre, in virtù dell’essere loro connazionale, ha affermato di averli già visti precedentemente in altre occasioni, per questo il riconoscimento è stato così rapido e preciso.
I due presunti rapinatori sono stati dunque rintracciati celermente dagli agenti di polizia e denunciati. Le indagini avevano permesso al procuratore della Repubblica di Avezzano, Andrea Padalino, di chiedere il rinvio a giudizio. Gli imputati sono comparsi davanti al giudice per l’udienza preliminare di Avezzano, Maria Proia, per difendersi dall’accusa di rapina aggravata e l’udienza è stata fissata al 24 novembre prossimo. I due fratelli sono difesi dagli avvocati Mario Del Pretaro, e Angelo Raglione.