Non facciamo che sostenere che gli apparecchi elettronici ci stanno rovinando la vita. In realtà, a mio avviso, il problema è anzitutto che ne abbiamo frainteso l’uso, ma soprattutto che in tal senso non ci siamo ancora attrezzati con una sorta di galateo.
Prendiamo ad esempio il cellulare, croce e delizia dell’italiano medio: siamo convinti che serva per essere sempre disponibili. Niente di più sbagliato! Il cellulare dovrebbe servire a liberarci dalle costrizioni (di rimanere in casa, di rispondere senza sapere chi ci chiama ecc. ecc), ma non certo a renderci schiavi di noi stessi. Purtroppo però, come spesso capita alla razza umana davanti alle nuove tecnologie, noi ne abbiamo frainteso il senso alla grandissima. “Non chiamare a quest’ora che è tardi” ci si sente dire spesso….ma invece è proprio con gli smartphone che uno può permettersi una simile libertà, d’altronde se uno non vuol essere disturbato toglie la suoneria, imposta degli orari di non disturbo, oppure lo spegne direttamente. Io se ho bisogno chiamo, poi se uno è libero di rispondere lo farà, altrimenti troverà la chiamata persa e mi richiamerà. Un tempo sì che ci si poteva far scrupoli a chiamare in orari “scomodi”, ma oggi, con gli smartphone, questo problema non deve porsi più, devo essere FINALMENTE libero di rispondere o meno. Io che chiamo, però, non devo e soprattutto non posso rimanerci male. D’altronde se è urgente proverò a richiamare, altrimenti posso sempre lasciare un messaggio (testuale o vocale come si faceva una volta con la segreteria). Se si arriva ad avere la consapevolezza che il cellulare non significa essere essere reperibili H24, allora utilizzeremo questa fantastica tecnologia, altrimenti continueremo a subirla. P.s. Se poi qualcuno insiste ad importunarmi, posso tranquillamente metterlo in black-list, certo che non si annoierà in mezzo a tutta quella gente 😉