Avezzano. Ventiduesimo appuntamento con Psicotime, la rubrica in collaborazione con la psicologa Giulia D’Ascanio.
Chi ha avuto modo di farsi un giro tra i locali notturni, avrà sicuramente notato che non è raro vedere sempre più adolescenti con un drink in mano e in evidente stato alterato; l’assunzione di bevande alcoliche fuori dai pasti risulta in crescita e sale la percentuale di giovani che beve alcol in modo smodato fino a ubriacarsi, fenomeno noto come binge drinking: comportamento pericoloso per la salute che consiste nell’assunzione di dosi elevate di alcolici in un breve lasso di tempo, finalizzata al rapido raggiungimento dell’ubriachezza.
Volendoci basare su qualche numero statistico, per quanto riguarda il consumo di alcol, ad eccedere più frequentemente sono proprio le fasce di età adolescenziali, tra 11-17 anni (22,9% maschi e 17,9% femmine), seguita da quella dei giovani di 18-24 anni (22,8% maschi e 12,2% femmine), preceduta solo dagli ultrasessantacinquenni (36,2% uomini e 8,3% donne).
(Ci tengo a sottolineare che ad oggi l’età minima in cui ci si approccia per la prima volta a una bevanda alcolica si è abbassata a 11 anni!)
Le possibili cause del consumo alcolico problematico
Le cause che possono concorrere a un abuso precoce di alcol tra i giovani sono numerose; elenchiamone alcune tra le più importanti:
- Contenere il disagio sociale: molto spesso, gli adolescenti fanno uso di alcol per sperimentare sensazioni di piacere e per sentirsi a proprio agio nel trascorrere una serata con i coetanei, eliminando le inibizioni e le barriere psicologiche alle proprie capacità espressive e comunicative, sia fisiche che verbali.
- Sentirsi parte di un gruppo: a quest’età, sentirsi parte di un gruppo è molto importante; non di rado i giovani si lasciano trascinare dai coetanei per compiacerli e non sentirsi denigrati dai propri amici.
- Compensare la sensazione di insicurezza personale: esistono sempre più adolescenti con una bassa autostima e con l’ossessione del perfezionismo; assumere bevande alcoliche dà la falsa idea di sentirsi più forti, meno insicuri e più coraggiosi.
- Reagire di fronte a insuccessi scolastici e problemi familiari: a volte, l’abuso di alcol è una risposta disfunzionale a un problema che l’adolescente non riesce ad affrontare o gestire; la sensazione di euforia e la perdita di controllo della realtà, gli dà la sensazione di allontanarsi, anche se per poco tempo, da quelle sensazioni che nella vita quotidiana lo opprimono.
- Emulare canoni mediatici e icone televisive: purtroppo, sono molti i messaggi errati che la televisione e i personaggi famosi inviano ai nostri giovani; si vedono sempre più pubblicità che osannano comportamenti alcolici e personaggi televisivi che, nonostante sappiano essere l’esempio per molti adolescenti, sono incuranti di fronte questo problema.
- Il comportamento domestico: la sempre più frequente accettazione dell’alcol in casa, per non parlare del comportamento abusante da parte di moltissimi genitori, non fa altro che assecondare e sminuire un problema che sta diventando sempre più presente. C’è da sottolineare che ad oggi, più in generale, si evidenziano sempre più famiglie deboli di un rigido sistema di regole e di valori educativi sani.
Tra le strategie che dovrebbero essere poste in atto nel futuro per ridurre il consumo di alcolici sono un monitoraggio del comportamento di gruppi specifici di popolazione più a rischio, come i giovani, informazione ed educazione al fine di un consumo moderato, superando l’ignoranza e i falsi miti legati alla socializzazione e al successo. Senza dimenticare di puntare sulla prevenzione a partire dalla famiglia.
Giulia D’Ascanio, psicologa clinica