Avezzano. Secondo appuntamento con #PsicoTime, la rubrica dedicata a pillole psicologiche in collaborazione con la psicologa clinica Giulia D’Ascanio.
In questo periodo di isolamento forzato, le dispense casalinghe possono farci compagnia per compensare la noia. Siamo capaci di mangiare anche quando ci eravamo detti che “quello era l’ultimo pezzettino di cioccolato che mi ero promesso di concedermi per oggi!”
Già prima dell’emergenza sanitaria per il Covid-19, erano molte le persone che si erano rifugiate nel cibo per sopperire ad emozioni a cui non si riusciva a far fronte.
Se dopo una discussione con il partner o con un familiare, trovate conforto in una vaschetta di gelato, o quando avete riscontrato un problema lavorativo vi concedete degli spuntini sempre più frequenti e abbondanti, oppure quando state attraversando un periodo particolarmente stressante siete capaci di aprire e chiudere il frigorifero assumendo cibi salati o dolci senza alcuna distinzione, molto probabilmente si tratta di quella che viene chiamata fame nervosa.
In questi casi ci si serve del cibo per tentare di negare a noi stessi le emozioni che proviamo e che non riusciamo ad esternare e cerchiamo una consolazione; tradotto: non ci si abbuffa per un bisogno fisiologico ma per placare tristezza, rabbia, nervosismo, stress delusione e disagio con qualcosa che ci dia un immediato senso di appagamento e piacere.
Attenzione però: continuare ad assecondare questo istinto non solo non aiuta a colmare il senso di vuoto e a risolvere i propri fastidi interiori, ma può portare anche a delle gravi complicanze fisiche e psicologiche (sensi di colpa, ulteriore abbassamento della propria autostima).
Come fare per contrastare la fame nervosa?
Ci servono buona volontà e piccoli ma fondamentali accorgimenti; eccone alcuni:
- Tenete a portata di mano frutta secca e yogurt: quando la fame nervosa inizia a farsi sentire, non è affatto semplice distogliere l’attenzione dal cibo; inizialmente si può assecondare questo impulso, cercando di mangiare qualcosa di più sano.
- Cercate un complice: un marito, un genitore, un partner che dopo aver fatto la spesa, sistemino al posto vostro le scorte di cibo, nascondendo quelle che possono risultare una tentazione; o altrimenti limitate direttamente nella lista di cibi da comprare, quelli più dannosi.
- Tenete un diario delle abbuffate: annotatevi ogni volta che sentite un attacco di fame e chiedevi sempre: che emozione sto provando in questo momento? Cosa mi è successo poco fa? (potete scrivere le vostre sensazioni su un foglio e già nel fare questo, state creando una distrazione dall’istinto che può aiutarvi a focalizzarvi sul reale problema).
- Trasforma la fame in desiderio e appagalo: non ha senso cercare di nascondere questa sensazione; negarla vorrebbe dire alimentarla. Cercate invece di convivere con lei, di “starci dentro” e di capire da cosa derivi; se momentaneamente non ci riuscite, spostate la forza dell’impulso in un’attività che possa essere meno dannosa (una telefonata ad un amico, fare un gioco, vedere un film, farsi una passeggiata, verbalizzare il nervosismo a qualcuno).
Giulia D’Ascanio, psicologa clinica.