Il diploma all’istituto tecnico nautico in Sicilia, poi la consapevolezza di voler «esplorare la profondità di altri mari», la laurea in Psicologia in Abruzzo fino alla specializzazione in Psicoterapia ad indirizzo Analitico. Grazie a una borsa di studio messa a disposizione all’Aquila dall’istituto di Psicoterapia Atanor.
Oggi, Umberto Caraccia, psicologo psicoterapeuta, è coordinatore del primo ambulatorio in Italia, di Medicina Narrativa Distrettuale, istituito dalla Asl di Rieti.
Di origine siciliana, adottato ormai nel Reatino, sente chiaramente scorrere nelle vene sangue abruzzese. Suo nonno era abruzzese, fu un soldato ai tempi del fascismo, arrivò in Sicilia durante la Seconda Guerra Mondiale e ci rimase dopo aver sposato la sorella del suo collega commilitone.
Aspirante capitano di sottocoperta, Umberto Caraccia ha poi scelto la Psicologia e per i suoi studi è arrivato in Abruzzo, proprio come gli diceva sempre suo nonno:
«Vai a vivere in Abruzzo!».
È riuscito a laurearsi con successo sia alla Triennale che alla Specialistica in Psicologia, con tesi su argomenti psichiatrici. Però, nonostante avesse raggiunto un importante traguardo sentiva di non aver ancora trovato la sua vera strada: sentiva di non avere ancora strumenti veri per aiutare le persone o per comprendere la loro psiche.
La psicologia che aveva studiato non faceva ancora “vibrare” la sua anima, sentiva che mancava qualcosa.
Un percorso non ancora chiaro e ben definito fino a quando è arrivato poi alla Specializzazione dove ha trovato finalmente le risposte che gli mancavano.
«Per andare a fare gli esami all’Aquila partivo da Selinunte, in provincia di Trapani», racconta, «impiegavo 14 ore di treno. Salivo in Abruzzo, facevo gli esami e tornavo in Sicilia. È stato così per tutti gli anni dell’Università. Ho capito subito che volevo frequentare una scuola di Psicoterapia ma le scuole non sono come l’Università, costano e io faccio parte di una famiglia di cinque figli. Mio padre era un operaio e ha sempre fatto tutto quello che poteva ma non c’era la possibilità di chiedere ancora».
È stato proprio all’Università dell’Aquila che Umberto Caraccia ha incontrato la dottoressa Angela Paris e il professore Venicio Perilli.
«Ho saputo della loro scuola di Psicoterapia ad indirizzo analitico che fa parte dell’Istituto Atanor e ho partecipato a dei colloqui per conoscere il percorso da affrontare sui quattro anni», va avanti, «sono riuscito ad ottenere una delle loro borse di studio e mi sono specializzato».
Dopo la scuola di specializzazione, Caraccia ha collaborato come consulente con diverse Asl, ha raccolto storie di pazienti, dati, li ha codificati e ne ha fatto nascere un progetto che poi è diventato un ambulatorio, unico nel suo genere, il primo in Italia.
Nel 2019 è arrivato il Premio nazionale Quirino Maggiore per il contributo a un progetto di cura Bio-psico-sociale di medicina narrativa in Nefrologia.
Che cos’è la medicina narrativa
«Durante il loro percorso clinico, i medici si sono accorti che oltre al fattore biologico e meccanico»,
spiega,
«è fondamentale anche prendere in considerazione
il tessuto sociale e soggettivo del paziente che sta affrontando la malattia».
Facciamo un esempio.
Se una persona soffre di diabete, sarà curata con l’insulina. Ascoltando il paziente si riceveranno dei dati che altrimenti non sarebbero forniti dal “normale” processo di cura. È una rimodulazione anche del rapporto tra medico e paziente.
“Ho il diabete, non vado alla festa degli amici perché è pieno di dolci e io non posso mangiarli”, “Ho il diabete, se poi vado alla festa e non mangio chissà cosa penseranno di me”. Questi sono aspetti che se non tenuti in considerazione, possono arrivare a compromettere la tenuta della terapia.
La medicina narrativa tiene in considerazione il vissuto soggettivo e sociale del paziente per arrivare a migliorarne la vita.
Caraccia ha fatto ricerca, ha raccolto dati, è partito dalle contestazioni scientifiche e ha fatto sì che venissero codificati come clinici.
La specializzazione in Psicoterapia alla Scuola Atanor
«La scuola di Psicoterapia Atanor
non è una scuola dove si apprendono solo delle teorie che poi si possono applicare.
Nel percorso analitico archetipico si arriva a esplorare le profondità dell’anima e della psiche e
si riceve una preparazione a 360 gradi
che rende pronti poi ad intraprendere qualsiasi strada professionale si scelga.
In quattro anni ho rivoluzionato la mia modalità di pensiero.
Ho ritrovato l’essenza del mio essere e ho trovato la mia di strada.
È stata una scelta fondamentale arrivata quando avevo deciso di esplorare nuovi abissi.
Il dottor Caraccia lavora anche su progetti che coinvolgono il mondo del circo e del teatro.
Dopo un’esperienza formativa a Bruxelles sul funambolismo, lo pratica ora anche in alta quota».
La vita è come stare sulla corda per un funambolo.
Ogni passo è diverso dall’altro e va modulato. Ogni volta va rimodulato l’equilibrio.
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Altre info:
- DOMANDA DI PRESCRIZIONE ALLA SCUOLA: https://www.atanor-psicoterapia.it/domanda-pre-iscrizione/
- Questa sera, 29 luglio 2020, alle 21, sulla pagina Facebook della Scuola Atanor, primo appuntamento della rubrica Mille e una Psiche.
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