Tagliacozzo. I punti di primo intervento di Tagliacozzo e Pescina resteranno chiusi. Queste le analisi di ieri in diretta del consigliere regionale del M5S Giorgio Fedele, intervistato da Raffaele Castiglione Morelli nel quotidiano appuntamento serale sulla pagina Facebook di Marsicalive.
“I Ppi di Tagliacozzo e Pescina non riapriranno fino a data da destinarsi, è questo il contenuto della risposta che mi ha inviato il direttore Testa”, afferma Fedele, “dopo ben due settimane dalla mia richiesta di informazioni. La motivazione, condensata in tre righe di testo, sarebbe la mancanza di personale. Dichiarazioni queste che smentiscono tutte quelle fatte in precedenza proprio da chi governa la sanità e la Regione, quando si cercava anche malamente di respingere i dubbi sollevati dai sindaci del territorio. A questo punto risulta evidente come sia dubbia la volontà, di questa maggioranza, di voler garantire una funzione a questi presidi nel post emergenza Covid. Appare evidente la mancanza di programmazione e la strutturazione di un servizio sanitario adeguato per la Marsica che ha portato il territorio nel caos”.
“La Marsica rappresenta un bacino di circa 130mila utenti per domanda sanitaria che dovrebbe trovare risposta nei due presidi territoriali di assistenza di Tagliacozzo e Pescina e nell’ospedale di Avezzano. Seppur realtà distinte per funzioni e servizi, nel quadro generale la chiusura a tempo indefinito dei presidi e l’incertezza su quando e quale ruolo avranno nel futuro, andrà ad incidere su tutta la sanità marsicana, gravando ulteriormente sui servizi dell’ospedale di Avezzano. Servizi già ampiamente compromessi dalla confusionaria gestione della Fase 2 che ha visto il presidio di Avezzano abbandonato a se stesso nel momento in cui invece c’era bisogno di certezze. Quindi da un lato il centro destra ha detto di riaprire tutto, dall’altro però non ha messo il personale sanitario dell’ospedale di Avezzano in condizione di farlo, né intende riattivare a breve i presidi di Pescina e Tagliacozzo. Tutto ciò a danno, di medici, infermieri e pazienti, che sono costretti a sopportare sulla proprio pelle l’indifferenza della dirigenza Asl”.
“Una prova su tutte è proprio il ritardo per l’attivazione di un laboratorio per l’analisi dei tamponi covid interno all’ospedale. Anche su questo il direttore Testa, con delle affermazioni rilasciate ad alcuni organi di stampa, conferma quanto da me ampiamente denunciato. Testa sostiene, infatti, che l’iter per l’apertura del Laboratorio di Avezzano è partito il 7 maggio, ma l’ordinanza che dispone il riavvio delle prestazioni sanitarie è antecedente a quella data e lo è ancor di più il documento del comitato tecnico (Crea). Tutto ciò a riprova del fatto che le Asl regionali erano perfettamente consapevoli, ben prima del 7 maggio, che le prestazioni sanitarie sospese sarebbero state riattivate a breve. Nonostante questa consapevolezza, però, la direzione della nostra azienda sanitaria ha scelto di non agire e, questi ritardi, non hanno consentito un corretto svolgimento dei tamponi sui pazienti in attesa di ricovero. Il risultato è stato un pronto soccorso ingolfato, alcuni reparti e servizi ad oggi ancora bloccati e le interminabili giornate che i pazienti in attesa di ricovero hanno passato in barella o nelle cosiddette zone grigie, mentre i reparti sono rimasti svuotati di malati e di personale”.
“Stonano quindi tutte le entusiastiche dichiarazioni sulla rapidità di realizzazione del laboratorio che sono state fatte da alcuni esponenti di Lega e Fratelli D’Italia, soprattutto se pensiamo che a oggi il laboratorio ancora non è attivo, e non credo che lo sarà nel giro di pochi giorni visto che una volta arrivato l’atteso macchinario si dovrà procedere alla formazione del personale per utilizzarlo”.
“È anche importante sottolineare che il laboratorio, a quanto sappiamo, servirà principalmente per ottenere risposte immediate per chi ha bisogno di ricovero. E quindi non potrà essere destinato ad una reale mappatura del territorio. Eppure sono circa 270 le persone in sorveglianza attiva nella Marsica, cioè in quarantena per aver avuto un contatto stretto con un caso confermato. Un numero molto più alto, per esempio, rispetto a Sulmona o L’Aquila, a dimostrazione che una parte del territorio di competenza della Asl 01 è stato abbandonato a sé stesso in balia di un caos generale”.
“Quello che emerge in una valutazione globale, quindi, è una totale inadeguatezza da parte della Giunta di centro destra e della dirigenza della Asl 1 di gestire un’emergenza che, se per alcuni tratti nella Fase 1 ha colto tutti di sorpresa, nella Fase 2 invece avrebbe dovuto trovare le strutture pronte. Sul perché si è creata questa situazione nella Marsica il Direttore Testa dovrà dare delle spiegazioni chiare nel corso della Commissione Sanità che ho richiesto e che mi auguro il presidente Quaglieri riesca a convocare già nella prossima settimana. Nella stessa sede voglio avere dei chiarimenti su quali sono le soluzioni che, sia la Asl 1 sia la Giunta regionale, intendono mettere in atto per risolvere i problemi che si sono creati. Non è più tempo degli slogan, la Marsica attende risposte certe e soprattutto una programmazione che non la veda più penalizzata rispetto ad altri territori”, ha concluso il consigliere regionale Fedele.