Collelongo. Si è svolto a Collelongo, in provincia dell’Aquila, nella splendida cornice alle porte del Parco Nazionale d’Abruzzo il primo laboratorio sui beni comuni organizzato dal Centro Democratico Abruzzo. L’incontro: “Giovani – Donne, non c’è bisogno di voi!”, ha posto l’attenzione sulla drammatica condizione di chi oggi soffre più degli altri la drammatica situazione occupazionale (giovani e donne) per i quali la società sembra non avere posto. Il metodo adottato è stato quello della tavola rotonda con proposte e confronti. Relatori di alto profilo per questo primo appuntamento: il Magnifico Rettore dell’Università dell’Aquila Ferdinando Di Orio, il sindaco di Pescina Maurizio Di Nicola, il dirigente scolastico Ilio Leonio, il segretario provinciale del CD Venanzio Cretarola, il segretario del CD di Avezzano Pierluigi Di Stefano, Patrizia De Michelis (Assessore del Comune di Avezzano) e Giuliana Eramo (Consigliere del Comune di Ortona dei Marsi), moderati dal giornalista aquilano Giampaolo Arduini e da Alessandra Storci, responsabile donne del Centro Democratico. Alla presenza del capogruppo in Consiglio regionale del CD Gino Milano e dei Consiglieri Regionali Camillo Sulpizio e Paolo Palomba, e di un’attenta e partecipe platea di giovani e donne, gli interventi hanno posto l’accento sulla quotidiana fatica e smarrimento che ogni giorno la cronaca registra, rispetto alla disperazione di chi ha perso il lavoro. Da più parti è stata sottolineata la fragilità del sistema formativo e imprenditoriale del nostro Paese con il fallimento del modello occupazionale. Uno dei nodi più critici che oggi l’Europa ed in particolare il nostro Paese si trovano ad affrontare a seguito della crisi globale è la questione occupazionale, giunta ormai a livelli drammatici. Aumenta il numero di chi perde il lavoro ma anche quello di coloro che si sono rassegnati e il lavoro ormai non lo cercano nemmeno più. Pezzi di città pian piano scivolano nell’isolamento e nell’invisibilità, salvo poi ritornare platealmente nel cono di luce dello sguardo pubblico al verificarsi di gesti estremi ed irreversibili. Nonostante la centralità del tema da cui dipende la sopravvivenza di intere famiglie e la coesione di interi territori, la questione continua ad essere pensata e affrontata prevalentemente in chiave individuale. Se così interpretata, la disoccupazione assume i contorni di un problema personale da risolversi – quindi – individualmente. «Lavoro come bene comune» significa considerare il lavoro un patrimonio sociale collettivo, connotato da diritti di cittadinanza e democrazia. Lo stesso valore monetario del lavoro è solo il prezzo simbolico, convenzionale, derivato dal posto che la società decide di attribuirgli. Ma Il lavoro può uscire da una dimensione esclusivamente individuale e privata e diventare un «bene comune» solo all’interno di un processo in cui assume alcune specificazioni qualitative. Tutte le proposte emerse dall’incontro sono state raccolte dai Consiglieri regionali Milano, Sulpizio e Palomba che si adopereranno per farne una proposta di legge.