Avezzano. Prima acquistano grossi carichi di finocchi, poi al momento di pagare spariscono nel nulla. Sotto accusa sono finiti due fratelli, uno dei quali titolare dell’azienda campana finita nei guai.
Secondo l’accusa, avrebbero prima conquistato la fiducia dell’azienda agricola marsicana, poi acquistato con pagamento a 90 giorni grosse partite di prodotti agricoli, infine spariti senza pagare. Per loro l’accusa, davanti al tribunale di Avezzano, è di dissimulazione dello stato di insolvenza.
I fatti interessano un’azienda di Luco finita nel presunto tranello commercializza prodotti della terra, in particolare finocchi. All’inizio della stagione viene contattata da una donna per conto della società della Campania al fine di pattuire l’acquisto di una iniziale partita di ortaggi. Tutto va per il verso giusto e al primo affare ne segue un secondo, con emissione di fattura e pagamento andato a buon fine, anche se un po’ in ritardo, per un totale di circa 10mila euro.
Lo stratagemma di cui i due fratelli sono accusati dalla procura di Avezzano è molto semplice. Mentre venivano incassati questi soldi, continuava la collaborazione e l’azienda del sud, da loro presentata come “Orto del nonno”, chiedeva altre forniture. Finita la stagione, però, con il trascorrere dei 90 giorni, i pagamenti non arrivavano. Prima di Natale, quindi, gli imprenditori di Luco cominciano a preoccuparsi. Nonostante i solleciti, i bonifici non si vedono ma arrivano solo scuse e giustificazioni da parte dei titolari dell’azienda che rassicuravano parlando di un imminente pagamento.
La sorpresa arriva quando gli imprenditori marsicani decidono di andare di persona nella loro azienda per capire quale fosse il problema. Raggiungono la sede legale e trovano, secondo quanto emerso dalle indagini, solo l’uomo che aveva materialmente caricato la merce, il quale sostiene di non avere intestato nulla e di non avere i soldi necessari al saldo della merce, circa 50mila euro. Vani anche i successivi tentativi di recuperare il denaro bonariamente. Nel corso di una seconda visita in azienda, avvenuta a gennaio, dove si trovava la sede legale non c’era più nulla. Anche gli uffici, sempre secondo l’accusa, erano stati smantellati e non c’era più neanche un’azienda, un magazzino, niente di niente.
Le indagini arrivano a seguito di una denuncia. Il titolare della società agricola marsicana, assistito dall’avvocato Paolo Palma, ha presentato una denuncia e sono state avviate le indagini. I due fratelli campani, G.A. e S.A., sono stati individuati dagli investigatori e chiamati a comparire davanti al giudice del tribunale di Avezzano Maurizio Sacco. L’udienza è stata aggiornata al mese di giugno.