Capistrello. Presunti maltrattamenti e divieto di avvicinamento, revocata la misura del braccialetto elettronico per un 46enne di Capistrello.
Nei giorni scorsi i carabinieri della stazione di Capistrello avevano eseguito un’ordinanza di divieto di avvicinamento alla persona offesa nei confronti di un ingegnere di 46 anni, indiziato del reato di maltrattamenti in famiglia.
La misura cautelare, disposta dalla Procura della Repubblica di Avezzano, prevedeva anche l’applicazione del braccialetto elettronico e il divieto di comunicare con la donna. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, l’indagato ha respinto le accuse, presentando documentazione e elementi difensivi a sostegno della propria posizione. Il suo legale, l’avvocato Alessandro Felli del foro di Avezzano, aveva chiesto la revoca della misura cautelare, riservandosi il giudice di decidere.
La decisione del giudice per le indagini preliminari è stata resa nota la nelle ultime ore: il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico è stato revocato. Secondo quanto emerso, le esigenze cautelari sono state ritenute attenuate alla luce degli elementi forniti dalla difesa e dell’analisi complessiva degli atti.
“La misura cautelare”, ha spiegato dall’avvocato Felli, “è rimasta in vigore per il tempo tecnico necessario alla fissazione dell’interrogatorio di garanzia”.
L’ingegnere, noto professionista marsicano, è ora nuovamente libero di avvicinarsi alla propria residenza familiare e ai luoghi frequentati dalla famiglia. Il giudice ha inoltre escluso la necessità di un controllo costante degli spostamenti tramite braccialetto elettronico, disponendo in sostituzione l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La vicenda aveva suscitato grande clamore nei giorni scorsi.
Resta ferma, in generale, l’importanza delle misure di controllo come il braccialetto elettronico, riconosciute come strumenti di forte efficacia deterrente soprattutto nei procedimenti rientranti nel cosiddetto “codice rosso”. Allo stesso tempo, viene sottolineata la necessità di una corretta contestualizzazione dei fatti denunciati, al fine di consentire all’autorità giudiziaria una valutazione equilibrata delle reali esigenze cautelari.
Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Alessandro Felli, che sin dall’inizio aveva manifestato perplessità sulla scelta della misura applicata. “Fortunatamente”, ha dichiarato il legale, “il mio assistito ha potuto contestare le accuse mostrando al Gip una diversa lettura dei fatti narrati dalla ex moglie ed evidenziandone la pretestuosità. Ritengo che il giudice abbia correttamente rimodulato le residue esigenze cautelari, considerandole garantite dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria”.








