Avezzano. Una bolla di sapone la presunta frode ai danni della Asl e della Regione. Nella vicenda, che riguarda rimborsi sanitari per oltre 2 milioni e mezzo di euro erano indagate 11 persone tra amministratori e dirigenti medici di cliniche private della provincia dell’Aquila. Tutti sono stati prosciolti per carenza di ragionevole previsione di condanna con una sentenza del Giudice per l’udienza preliminare Daria Lombardi.
L’operazione della guardia di Finanza, a conclusione delle indagini preliminari, aveva portato a undici persone indagate tra la Marsica e L’Aquila con accuse che andavani dalla truffa in concorso al falso. L’operazione era stata eseguita dai finanzieri della compagnia di Avezzano che avevano passato al setaccio decine di cartelle cliniche di pazienti operati alla colonna vertebrale.
Le accuse, secondo la tesi della procura, riguardavano presunte azioni delle cliniche che portavano a indurre in errore i funzionari della Asl preposti alla liquidazione delle richieste di rimborso di prestazioni sanitarie riguardanti interventi alla colonna vertebrale che sono in convenzione con il servizio sanitario nazionale. Ciò, secondo l’accusa, permetteva di conseguire un danno alla Asl di Avezzano Sulmona L’Aquila e alla Regione Abruzzo a causa di un ingiusto profitto alle cliniche per un totale di 2 milioni 651 mila euro.
Gli interventi riguardavano quelli alla colonna vertebrale. Secondo l’accusa, la presunta frode consisteva nel produrre false attestazioni riguardo agli interventi chirurgici svolti in convenzione. Secondo la tesi della procura, venivano fatti risultare interventi di artrodesi vertebrale (tecnica chirurgica che permette di unire ossa presenti nel tratto lombare della colonna vertebrale per stabilizzarla in modo da ridurre dolori o deformità), pur avendo effettuato operazioni chirurgiche di natura diversa e meno complesse e quindi che avrebbero avuto un rimborso dalla regione inferiore rispetto a quello effettivamente richiesto e liquidato.
I fondi riguarderebbero tutte le cliniche della provincia dell’Aquila, e quindi della Asl 1, che svolgono interventi di quella tipologia e più in particolare, gran parte della somma contestata dalla Procura (2 milioni 131mila euro per 272 rimborsi) riguarderebbe la clinica Ini di Canistro. Sotto indagine a vario titolo ci sono Nadia Proietti, presidente del Cda e rappresentante legale, Cristopher Simone Faroni, consigliere d’amministrazione, Antonella Tiberi, direttore sanitario fino al 31 gennaio 2019, Giampiero Orsini, che l’aveva sostituita dal primo febbraio 2019, Nadia Valente, direttore del reparto di chirurgia ortopedica. La seconda clinica sotto accusa è Villa Letizia dell’Aquila a cui viene contestata una somma di 452mila euro per relativi 104 rimborsi. Sotto indagine sono finiti Enrico Vittorini, rappresentante legale, Francesco Pucci, direttore sanitario, e Sandro Luziatelli, direttore del reparto di Ortopedia e Traumatologia.
Era coinvolta, ma in modo molto marginale, anche la clinica Di Lorenzo di Avezzano a cui è stato contestato un rimborso per un intervento che risalirebbe al 2016, per circa 8mila euro. Si parla poi di sette interventi avvenuti nel 2020, per 59mila euro. anche per questa vicenda sono finiti sotto indagine la rappresentante legale della clinica, Lucia Di Lorenzo, il direttore sanitario Angelo Petroni, e il direttore dell’Area funzionale omogenea di Chirurgia, Pasquale Simone. Il collegio difensivo si dice pronto a contestatore le accuse ed è composto dagli avvocati Vincenzo Retico, Antonio Milo e Leonardo Casciere. La Asl era difesa dagli avvocati Gianmarco Miele e Mario Flammini.