L’Aquila. «L’unica cosa certa è che i precari della Asl della Provincia dell’Aquila andranno a casa. La norma prevista dal governo è assolutamente inutile perché prevede di spostare il tetto per la spesa del lavoro precario del 2010 e di coprire il maggior onore con i soldi del terremoto, cosa assurda e inaccettabile». Lo ha affermato il vicepresidente del consiglio regionale Giovanni D’Amico in merito al provvedimento del governo e della Regione che avrebbe dovuto evitare il licenziamento dei precari sul territorio. In realtà per le Asl abruzzesi, secondo D’Amico, si pone un problema giuridico non un problema di maggior onore, in quanto la spesa è già prevista nel tetto di onori delle Aziende sanitarie. «Il decreto 10 del 2011 del commissario Gianni Chiodi99, spiega D’Amico, «consente ai direttori delle Asl di coprire i servizi ma con personale prelevato dalla mobilità esterna e di cessare rapporti con i precari. La proposta mia e del gruppo consigliare del Partito democratico era invece tesa a non interrompere i servizi grazie alla proroga dei contratti precari per tutto il 2011. In questo modo si poteva trovare una soluzione che riutilizzasse le competenze e le professionalità acquisite dai medici e dal personale precario in anni di lavoro. Tale norma è stata osteggiata dal centro destra al punto di non essere neppure messa a votazione in consiglio regionale. Le stesse organizzazioni sindacali hanno riposto fiducia nel decreto del commissario commettendo un grande errore. A nome mio e di tutto il gruppo consigliare del Pd l’assoluta necessità di riprendere in considerazione quella norma da parte del consiglio al fine di consentire la salvaguardia piena dei servizi e del personale precario».