Avezzano. Continuano le polemiche per i post misogini dell’assessore ai Lavori pubblici, Antonio Di Fabio. Una leggerezza che gli è costata cara – nonostante i post siano stati prontamente rimossi – tanto che dal gruppo di Partecipazione popolare è arrivata anche la richiesta di dimissioni dell’assessore. “Apprendiamo dalla stampa quanto accaduto circa l’atteggiamento sessista dell’assessore Antonio Di Fabio e ci sentiamo indignati per il profondo rispetto che abbiamo nei confronti di tutte le donne alle quali esprimiamo tutta la nostra solidarietà”, hanno commentato i consiglieri comunali Alessandro Barbonetti, Alberto Lamorgese e Vincenzo Gallese detto Pissino insieme al coordinatore del gruppo di Partecipazione popolare, Sandro Stirpe, “vogliamo credere alla buona fede dell’assessore Di Fabio ma riteniamo che le scuse formulate nei confronti delle donne che si sono sentite offese e ferite per una bravata di cattivo gusto, debbano passare attraverso un grande gesto di civiltà in modo tale da rendere a tutte le donne, nonché a tutta la comunità, il rispetto che si conviene, e lo si fa mettendo in pratica con grande senso di responsabilità l’esercizio delle dimissioni da assessore comunale”. L’uso dei social da parte degli amministratori è da tempo sotto ai riflettori. Solo qualche mese fa, infatti, l’assessore all’Ambiente, Crescenzo Presutti, è stato messo alla porta per le continue prese di posizione contro il sindaco, Gianni Di Pangrazio, e i colleghi assessori e consiglieri pubblicate su Facebook. “Questa confusione tra persona comune, amica, libera di fare quanto resta nella sfera privata e persona pubblica che riveste un ruolo ben preciso rappresentando una comunità non è tollerabile”, ha precisato Felicia Mazzocchi, consigliere provinciale, “i giudizi indegni del genere umano e soprattutto di quello femminile possono passare inosservati se esternati da un pubblico amministratore? Mi confortano le dichiarazioni di altre colleghe che mettono in evidenza il basso profilo che un uomo che riveste una carica pubblica non può avere. Dico allora, ma dov’è il Pd locale? Le donne che rivestono un ruolo pubblico come l’assessore Alessandra Cerone e la presidente commissione pari opportunità Adele Fiaschetti non esprimono il proprio giudizio, in un senso o nell’altro, sull’accaduto. La partecipazione democratica anche alle prossime elezioni comunali esalterà il ruolo della donna con il voto di genere. Qual è la posizione chiara di chi ha un ruolo rappresentativo?. Non c’è chiarezza in città, si giustifica tutto a seconda della convenienza, ma amministrare rispettando i cittadini e le cittadine è un’altra cosa.