Avezzano. “Come cittadini di sinistra, con esperienza di governo amministrativo, intendiamo ragionare sull’utilizzo del complesso Torlonia, dal palazzo all’area parco circostante. Dopo la richiesta del 27 gennaio 2015 di assegnazione e uso del palazzo Torlonia, con relative pertinenze immobiliari e del parco-area circostante di Avezzano da parte dell’amministrazione comunale di Avezzano, si è realizzato un protocollo di intesa del 20 gennaio 2015 tra Regione Abruzzo e Comune di Avezzano per la valorizzazione del complesso Torlonia, demandando i rispettivi competenti uffici all’espletamento delle attività amministrative necessarie alla realizzazione degli obiettivi fissati nel protocollo”. Questo il commento di Mario Casale e Augusto di Bastiano di Liberi e Uguali città di Avezzano.
“Il 6 febbraio 2017 il Comune di Avezzano, con riferimento al contratto sottoscritto in data 22 dicembre 2015 tra Giunta Regionale, Consiglio Regionale e Comune di Avezzano, chiede una proroga di dodici mesi, con spese pari a 30.000 € a carico della Regione”, hanno commentato, “infatti, nel frattempo la Regione ha concesso 4,7 milioni di euro per l’attuazione del Masterplan Abruzzo, senza però che l’immobile oggetto di adeguamento sia ancora funzionante. E’ in questa lettera che il Comune di Avezzano comunica di voler disporre il trasferimento del comando di polizia urbana presso il complesso Torlonia, per sorvegliare meglio il palazzo stesso, prevedendone il trasferimento durante l’anno di proroga.
Il 1 marzo 2017 il Consiglio Regionale concede la disponibilità alla proroga di 1 anno a decorrere dal 1 maggio 2017, assicurandone la gestione con la somma suddetta e il 15 giugno 2017 la Giunta regionale delibera in tal senso. Pertanto sulla base degli atti amministrativi intercorsi tra Regione Abruzzo e Comune di Avezzano poco da eccepire e nessuna sorpresa, nemmeno sul trasferimento formale del comando della polizia municipale. Probabilmente rimangono un paio di questioni di fondo che intendiamo sollevare. La prima riguarda l’effettiva funzione socio-culturale che il Masterplan Abruzzo assegna al complesso Torlonia: l’intero secondo piano dell’edificio viene considerato non fruibile al pubblico per manifestazioni culturali e museali (considerato che nel frattempo è svanita l’ipotesi del trasferimento del centro per l’impiego, ora di competenza regionale); il trasferire la polizia locale in sostituzione dell’ufficio del lavoro non va assolutamente a modificare la sostanza ,anzi risolve problemi, come ad esempio la vigilanza su tutto l’area ,auspichiamo un piano di sicurezza e precise prescrizioni da parte della sovraintendenza di Chieti.
Il centro studi Palanza trova la giusta collocazione cosi come la Pinacoteca (sede ex Onmi) La villa Torlonia diventa il luogo direzionale per la gestione della sede universitaria che è prevista presso l’ex commissariata con l’abbattimento di parte dell’ex consorzio delle cooperative ed al suo posto la realizzazione di cinque aule didattiche,cosi come un granaio ospiterà l’archivio di stato e l’altro ospiterà un Museo,la valorizzazione dell’intero parco con annesso giardino Botanico e museo dei mezzi agrari ne viene fuori un progetto ambizioso sia da realizzare che da gestire. La seconda questione riguarda il contratto tra le parti: una gestione in uso per cinque anni da parte del Comune di Avezzano, con relativo affitto di oltre 180.000 euro l’anno, con restituzione del complesso alla Regione alla scadenza dei cinque anni. Conclusione discutibile. Perché non cedere al Comune di Avezzano il Palazzo Torlonia? Esso è parte della città e del territorio, storicamente e socialmente. Riteniamo giusta una sua cessione al Comune, nelle forme e nei modi più opportuni. La Terza ma non ultima va ricordata l’Aia del Musei che in questa proposta culturale deve trovare giusto spazio e definitiva collocazione culturale.
Infine, in relazione alle prospettive dei luoghi e degli spazi della città rimane ambiguamente sullo sfondo il completamento del contratto di quartiere, con il nuovo complesso comunale da utilizzare e soprattutto con l’idea di rilanciare l’obiettivo per cui nasceva il contratto di quartiere: il risanamento del quartiere, e non la sua emarginazione, come ancora risulta e comunque spazi a volontà per tutti gli uffici comunali e non solo, per cui dovremmo ridisegnare la mappa di tutti gli uffici comunali. Ma ancora sui luoghi e sugli spazi: dopo lo spostamento della scuola media Fermi-Corradini, edifici che di proprietà comunale, cosa ne sarà di quegli spazi e di quegli edifici, forse bisogna ragionare costruttivamente perché cultura, associazioni, sport e turismo trovino spazi adeguati per le loro attività, contribuendo al rilancio sociale e culturale del “centro” della città”.