L’Aquila. “Non è un caso se siamo davanti a un totale fallimento della gestione del servizio sanitario nella Asl1: a L’Aquila e Avezzano c’è totale assenza di dispositivi e la carenza di farmaci mette a rischio servizi e prestazioni. Non lo dico solo io. Le mie parole sono accompagnate dalle lamentele che molti medici hanno riportato alla stessa Asl, la quale continua, però, a nascondersi dietro un dito e ad attuare una politica del terrore tra i dipendenti, probabilmente sperando che la pessima gestione Asl non venga resa pubblica. Ad aggravare la situazione è l’atteggiamento che oggi ha dimostrato in Consiglio regionale l’Assessore Verì, secondo la quale non è da condannare il modus operandi che la direzione Asl 1 ha tenuto, e continua a tenere, nei confronti del personale sanitario a cui viene imposto il silenzio con minacce, neanche troppo velate, su indagini interne e sanzioni disciplinari. Un comportamento inaccettabile sotto ogni punto di vista e reso ancora più grave poiché di fatto è avallato dall’istituzione pubblica che ha il dovere di controllare e dare indirizzo alle Asl”. Ad affermarlo è il Consigliere regionale Giorgio Fedele al termine della discussione dell’Interpellanza sul tema in cui si chiedeva all’Assessore, tra le altre cose, se la Regione intendesse prendere le distanze dalle condotte messe in atto dalla Asl 1 ai danni del personale del servizio sanitario pubblico che ha denunciato carenze gravi di farmaci e dispositivi all’interno della Asl 1, finanche ad arrivare all’interruzione temporanea di servizi salvavita, come in ultima istanza è accaduto per il reparto di Radiologia interventistica dell’Ospedale di Avezzano.
“E’ inaccettabile che simili atteggiamenti vengano lasciati passare all’interno dell’Istituzione pubblica e che l’Assessore non abbia preso le distanze da chi continua a perpetuarli. Non è la prima volta che nella Asl 1 la politica del terrore viene utilizzata per ottenere il silenzio del personale che ha denunciato disservizi e carenze gravissime, come ultimo grido d’aiuto dopo l’assenza di intervento dell’Azienda Sanitaria. Il direttore Testa prima e il Direttore Romano poi, sembrano avere in comune questa modalità di minacciare pubblicamente a mezzo stampa sanzioni disciplinari verso chi denuncia, senza passare però mai all’attuazione delle sanzioni, probabilmente perché non hanno le gambe per camminare e vengono annunciate solo nella speranza di spaventare il personale. Quanta ipocrisia”, incalza Fedele, “da parte di chi prima ringrazia i lavoratori per il grande lavoro svolto in pandemia ma poi, quando lo stesso personale solleva delle problematiche, non si ha nessuno scrupolo nel provare a zittirlo con la minaccia di gravi ripercussioni professionali”.
“Ora è chiaro che minacciare di punire chi denuncia un disservizio piuttosto che lavorare per risolvere il problema è un atteggiamento inaccettabile. Una situazione gravissima resa ancor più preoccupante dall’assenso che l’Assessore ha dimostrato oggi per simili condotte. Non possiamo ammettere che la Regione Abruzzo, che sulle Asl ha il controllo, accetti tutto questo e non muova un dito davanti a due dirigenti nominati dalla stessa maggioranza, Testa prima e Romano poi, che usano il metodo della pressione psicologica verso gli operatori sanitari. È grave che l’Assessore abbia perso questa importante occasione per prendere le distanze e non abbia agito affinché la direzione non si permetta mai più di usare questi strumenti che non possono trovare spazio dentro e fuori il servizio sanitario pubblico. Una cosa è certa, da parte mia non permetterò mai che azioni di questo tipo siano perpetuate e continuerò a mantenere alta l’attenzione condannando pubblicamente chi non vuole risolvere i problemi ma tenta solo, con mezzi discutibili, di evitare che questi problemi vengano alla luce”, conclude.