Max D’Addario lo conoscono in tanti. Quando si parla di olio extravergine è tipo “er cavaliere nero” della celebre barzelletta raccontata da Gigi Proietti: “nun je devi c….!”. Max, nell’azienda che porta il nome della madre – Marina Palusci – è però anche un “cavaliere” che difende da anni una produzione di vini schietti, spontanei, senza scorciatoie. Vini talvolta estremi, spigolosi, poco accomodanti…per scelta! Del Pecorino Plenus mi aveva già fatto assaggiare qualche vecchia annata, per dimostrarmi l’evoluzione incredibile e la tenuta che questo vino, che lui imbottiglia da qualche anno con tappo a vite e senza nessuna aggiunta di solforosa, può avere.
Ebbene, ho stappato qualche giorno fa una bottiglia del 2016 e sono rimasto senza parole! Il colore aveva appena virato verso una tonalità di oro carico, che tradiva l’inizio di un cammino verso il sentiero dell’evoluzione. Al naso però la meraviglia: sembrava un riesling! Albicocca disidrata, pesca, zenzero e quella sottile traccia di idrocarburi che mi ha immediatamente proiettato verso i grandi bianchi tedeschi. All’assaggio era quasi salato, ancora pieno ed energico, forse appena un po’ calante nel finale, come se fosse arrivato allo sprint un po’ a corto di fiato. Però caspita che buono che era e quanto è durata poco la bottiglia!