Avezzano. Inizia ufficialmente l’avventura elettorale di Lorenzo De Cesare. Dopo la rottura con il Pdl a causa di frizioni dovute al metodo di scelta del candidato, l’ex assessore della giunta guidata da Antonio Floris dà il via alla campagna elettorale puntando sulla novità espressa dalla sua figura e sull’innovazione e il rinnovamento della macchina comunale. Ieri mattina, nella sede elettorale di via Mazzini, ha parlato delle motivazioni che lo hanno spinto a candidarsi e ha anticipato le linee guida del programma. Con Alleanza di centro per Avezzano De Cesare è convinto, in caso di vittoria, di poter cambiare le cose in città. Durante il suo intervento parla di «un sistema da cambiare», e il riferimento non è solo alla macchina amministrativa da «snellire», ma anche a uno standard elettorale che vede da anni confrontarsi ad Avezzano i due schieramenti tradizionali di centrodestra e centrosinistra. «Quando si va contro un sistema», sottolinea De Cesare, «si rischia di farsi male, ma almeno si possono guardare in faccia le persone, camminare a testa alta». Poi espone i punti qualificanti del suo programma che però sarà presentato ufficialmente entro una settimana e rivendica la decisione di non ave tagliato le quote dell’Imu (Imposta municipale) «perché», afferma, «sarebbe stata solo una propaganda elettorale. Parla di accorciare i tempi per le «pratiche burocratico nella macchina del comune», parla di «cambiamento negli uffici» e di «rimodulazione dei settori che grazie alla professionalità che ci sono si può offrire di più ai cittadini». Tocca poi anche temi legati alla vita della città, come la necessità di un collegamento pedonale dalla zona nord a quella sud di Avezzano, oppure della vicenda legata all’alienazione dei vecchi edifici scolastici che «non saranno venduti ma utilizzati diversamente con un concorso di idee». A sostenerlo c’erano il suo ex collega di Giunta, l’assessore ai Lavori pubblici Maurizio Bianchini, coordinatore del movimento civico, e dal dirigente Nazionale di Alleanza di centro, Angelo Bernardini, si è risparmiato accuse al Pdl, ma ha sottolineato di «non aver condiviso alcune logiche del partito».