Avezzano. Era esattamente il 30 ottobre del 2024, quando, nel Comune di Avezzano, il sindaco Giovanni Di Pangrazio sottopose ai vertici dell’Azienda sanitaria locale numero 1 una lunga lista di segnalazioni di criticità e di aspetti negativi, riguardo alla sanità locale e all’Ospedale cittadino. Dalle strumentazioni assenti ai supporti di prima necessità che mancano, dal personale medico e paramedico sotto organico alle ambulanze vecchie e rotte sostituite da mezzi presi in affitto: il primo cittadino tira in ballo il tempo delle responsabilità, rappresentando quanto emerge dal confronto quotidiano con i cittadini – utenti.
“ È arrivato – dice – e non si può più procrastinare. I cittadini marsicani vengono assaliti da angoscia quando devono recarsi nel nostro Pronto Soccorso per un’urgenza: sanno che lì troveranno ore interminabili di attesa, poco personale in servizio e posti letto deficitari. La riorganizzazione che è stata inaugurata a settembre 2023 mi dicono non essere del tutto funzionale: i pazienti continuano a stazionare ancora nei corridoi per mancanza di spazi adeguati, una situazione al limite della dignità”. Da quell’ottobre ad oggi, la lista dei problemi da risolvere è rimasta praticamente la stessa. “Anche i quotidiani abruzzesi riportano in modo serio e documentato criticità e perdite economiche spaventose. Da sindaco di una città sede di un presidio ospedaliero che, da solo, serve tutta la Marsica (140 mila abitanti e oltre 150 mila utenti), visti i depotenziamenti che sono avvenuti negli anni delle due strutture sanitarie di Pescina e di Tagliacozzo, torno a ribadire l’urgenza di invertire la rotta: l’urgenza, cioè, di mettere la questione sanitaria in cima e al centro dell’agenda politica dell’Abruzzo.
Fermo restando il mio sostegno alla esigenza espressa dalle municipalità di Pescina e Tagliacozzo di garantire un presidio di sanità pubblica efficiente sul posto, devo sottolineare quanto mi viene riportato quotidianamente sull’Ospedale di Avezzano. In tutti questi mesi, il ventilatore (dispositivo salvavita) per il Pronto Soccorso non è ancora arrivato così come il nuovo ecografo, il potenziamento dell’organico è ad un punto di non ritorno e i 6 posti di sub-intensiva al primo piano non vengono utilizzati: i locali sono vuoti. Inoltre, dei 6 ventilatori presenti nella nostra tensostruttura, 4 sono stati portati via: dove sono finiti?”.
Sul saldo della mobilità attiva-passiva, il sindaco cita la delicata e grave situazione che sta vivendo da mesi la Casa di Cura Di Lorenzo: le ultime notizie non sono rassicuranti. “Questo punto di riferimento sanitario e sociale per il territorio avezzanese e marsicano. – afferma il sindaco – continua a navigare in acque precarie, a fronte del mancato rinnovo del contratto BAS, nonostante sia stato assunto un impegno ufficiale dall’ agenzia sanitaria in un incontro avvenuto a fine novembre 2024. La “Di Lorenzo”, anche in considerazione di quello che ha prodotto per la mobilità dei pazienti nel 2023 del 2024 in Abruzzo, ha la necessità di continuare a lavorare nella serenità economica e con una reale prospettiva futura, avendo garantita la continuità aziendale”.
Dal report aggiornato, in possesso del sindaco, emerge un quadro a tinte fosche. Tutta la struttura soffre di una carenza cronica di personale che riguarda Pronto Soccorso e Reparti. Tra i corridoi di Pediatria, grandi assenti sono gli infermieri: a fronte di 5 unità andate via negli ultimi tempi, tra pensionamenti e trasferimenti, ne è arrivato uno solo a dare man forte al reparto “torre di controllo” per i pazienti più piccoli. Qui, spesso, non si trovano gli stick per l’esame delle urine ed i farmaci. Nel reparto di Ginecologia, dove ancora si attende l’arrivo dell’ecografo, mancano proprio i ginecologi. Il reparto, tra l’altro, ha a disposizione un solo resettore per gli interventi di resettoscopia: la strumentazione deve essere sterilizzata continuamente per ogni intervento. Infermieri mancano anche nel Reparto di Cardiologia. La partoanalgesia, nonostante proclami, non è mai partita realmente ad Avezzano, per via della mancanza di un numero adeguato di anestesisti, nonostante i circa 800 parti all’anno. Per il Cup, invece, addirittura non funziona uno dei monitor in Ospedale: questo costringe i pazienti, spesso, a restare i piedi in attesa del proprio turno. “Una sanità di qualità viene attestata sia dal valore del contenuto, sia dal valore del contenitore. Ci si assuma – conclude il sindaco – la madre di tutte le responsabilità: si lavori seriamente per la salute dei cittadini”.