L’Aquila. Ci sarebbero anche tre richiedenti asilo, ospitati in una struttura per profughi della Marsica, tra gli arrestati questa mattina dalla squadra mobile dell’Aquila nell’ambito dell’operazione “Papavero”. Si tratta di Lamin Sanyang, Abdallah Sonko e Camara Bully tutti nati in Gambia e domiciliati nel centro di accoglienza Eureka di Avezzano. 9 le misure cautelari, di cui 5 in carcere e 4 con divieto di dimora, 24 le perquisizioni in tutto il territorio della provincia dell’Aquila tra Avezzano e Sulmona a carico di soggetti extracomunitari, tutti richiedenti asilo e originari di Gambia, Nigeria, Ghana, Costa d’Avorio, Niger e Senegal. Le accuse vanno dalla violenza sessuale, allo spaccio di droga, passando per la rapina.
Le indagini sono scattate dopo una rapina, perpetrata nella notte del 25 novembre 2017, ai danni di una ragazza residente all’Aquila. Nel corso delle indagini, dirette ad identificare l’autore della rapina e della tentata violenza sessuale, è stato individuato in un cittadino gambiano di 20 anni domiciliato presso una comunità per richiedenti asilo, situata nelle vicinanze del luogo dell’aggressione. Le indagini hanno permesso di delineare anche l’esistenza di un sodalizio criminale capeggiato da un suo connazionale, un 28enne anch’esso domiciliato sempre all’Aquila presso un centro d’accoglienza e già noto alle forze dell’ordine per reati in materia di stupefacenti e ricettazione, soprattutto di telefoni cellulari rubati. Da una perquisizione effettuata proprio presso la struttura sono stati rivenuti telefoni cellulari muniti di sim- card intestate a soggetti inesistenti ed impiegati dal team criminale, rendendo difficile risalire all’identificazione dei diretti utilizzatori. Le indagini, inoltre, permettevano di scoprire un’attività illecita di spaccio di sostanze stupefacenti diretta ai giovani, anche minorenni, che incontravano nel centro storico cittadino, in pieno giorno e nei pressi dei palazzi in ricostruzione. I pusher si presentavano agli incontri a bordo di biciclette, in modo da dileguarsi per i vicoletti del centro, sottraendosi facilmente al controllo in caso di intervento da parte della Polizia. Un altro espediente che ha reso difficoltoso ricostruire le attività illecite commesse dal sodalizio criminale è stato l’utilizzo di idiomi dialettali quali mandingo, wollof e broken english, quest’ultima una variante dell’inglese con contaminazioni dialettali proprie degli indagati. Le perquisizioni effettuate hanno interessato cittadini extracomunitari richiedenti asilo, domiciliati oltre che nel territorio del capoluogo abruzzese, anche residenti a Firenze e Roma, entrati in affare con il gruppo criminale indagato.
Gli altri arrestati sono: Onye Buchi Harry, nato in Nigeria e residente all’Aquila nella Caritas di Paganica; Amfaal Jobe, nato in Gambia; Baki Mohammed Joel Sangare, nato in Costa d’Avorio; Abdullah Cobry, nato in Ghana tutti residenti all’Aquila nel Cas Fraterna Tau di via Roma e Victor Osayande, nato in Nigeria, residente all’Aquila nel Cas Fraterna Tau di via Roma e domiciliato nella struttura Ip Ab Casa della Santa Annunziata di Sulmona. (f.d.m.)