Avezzano. È stato convalidato l’arresto di Mahrani Hamza, 29 anni, residente ad Avezzano, fermato con l’accusa di omicidio volontario per la morte del connazionale Hamid Essahli. L’episodio, dai contorni drammatici e ancora oggetto di indagini, si è consumato all’alba del 1° luglio nei campi del Fucino, nel territorio di Trasacco, in provincia dell’Aquila.
Secondo quanto ricostruito dalla procura e dagli inquirenti, la vittima sarebbe stata travolta da un trattore guidato proprio da Hamza, al culmine di un alterco scoppiato per motivi di lavoro. Una discussione degenerata, pare, per questioni legate alla distribuzione dei contenitori del raccolto. In base agli atti, dopo un primo scontro fisico tra i due, Hamza si sarebbe allontanato con il mezzo agricolo per riportarlo al deposito della ditta, ma lungo il tragitto Essahli lo avrebbe raggiunto e affrontato brandendo una tavola in legno, intimandogli di scendere dal trattore. In risposta, secondo quanto dichiarato da un testimone oculare, l’indagato avrebbe accelerato travolgendo l’uomo, che è morto poco dopo per gravi lesioni interne.
Mahrani, secondo la ricostruzione dei carabinieri, avrebbe abbandonato il luogo dell’investimento senza prestare soccorso, facendo ritorno alla ditta e poi recandosi autonomamente al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano per farsi medicare le ferite riportate durante la lite. È lì che è stato sottoposto a fermo.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avezzano, dottoressa Daria Lombardi, ha convalidato l’arresto eseguito dalla polizia giudiziaria ritenendolo legittimo e fondato su “gravi indizi di colpevolezza”, anche alla luce delle testimonianze e delle prime risultanze medico-legali. Secondo la prima relazione del professor Cristian D’Ovidio, la morte di Essahli sarebbe stata provocata da lesioni traumatiche compatibili con l’impatto e lo schiacciamento da parte del mezzo agricolo.
Nonostante la richiesta del pubblico ministero Maurizio Maria Cerrato di applicare la custodia cautelare in carcere, il Gip ha ritenuto, allo stato, di poter applicare la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari, da eseguire nell’abitazione dell’indagato in via Bruno Buozzi ad Avezzano, sotto vigilanza dei carabinieri. Una decisione motivata anche dalla disponibilità di un domicilio idoneo e dalla presenza della moglie convivente, ma fondata su un quadro cautelare ancora serio: rischio di fuga, possibile reiterazione e personalità violenta emersa dalla sproporzione della reazione rispetto ai motivi del litigio.
Hamza, assistito dall’avvocato Roberto Verdecchia, ha dichiarato nell’interrogatorio di non aver investito volontariamente la vittima, sostenendo che l’uomo gli sarebbe comparso all’improvviso davanti, rendendo impossibile evitare l’impatto.
Il procedimento è ancora nella fase preliminare. Le indagini della procura e dei carabinieri proseguiranno per chiarire ogni dettaglio della vicenda e verificare l’attendibilità delle varie versioni.