Avezzano. Oggi la chiesa festeggia San Berardo, patrono della Marsica. San Berardo è considerato il santo patrono della Marsica. A Pescina fino al 1954 era in piedi la Chiesa di San Berardo. Gravemente danneggiata dal terremoto di Avezzano e frettolosamente ristrutturata, ebbe gravi problemi di staticità, tant’è che fu abbattuta. Di essa rimase in piedi solo il campanile.
Lo scrittore Ignazio Silone, originario di Pescina, fu molto legato alla figura di San Berardo tanto da citarlo nei suoi romanzi “Fontamara” e “Vino e pane”. Poco prima della sua morte avvenuta a Ginevra nel 1978, lo scrittore chiese attraverso un testamento di poter essere sepolto sotto il vecchio campanile della Chiesa di San Berardo. La sua lapide è oggi meta di pellegrinaggi letterari e spirituali.
Oggi la chiesa dei Marsi ricorda il santo, ecco il suo testamento. “Fratelli miei, mia gloria ed onore, e, dopo il Signore e i suoi Santi, speranza e premio dell’anima mia, vi prego e, per tutto quello che vi debbo, vi esorto e vi ammonisco a conservare fra di voi la carità che è la più grande fra le virtù. Vivete d’ accordo e uniti nella fede, nella speranza, nell’umiltà, nella pietà, nella pazienza, nella comprensione, nella castità, nella sobrietà; fuggite i vizi, di cui la superbia è la radice di ogni male, soffocatela ed estirpatela con l’umiltà. Opponete alla bestemmia la devozione, l’accordo alla discordia; la pazienza all’irascibilità, la disponibilità delle vostre cose all’avarizia, la castità alla lussuria, la sobrietà all’ingordigia; superate ogni difetto con la preghiera, la mortificazione, con l’essere vigilanti e con l’aiutare gli altri. Per quello che potete, cercate di essere ammirati per il vostro comportamento e non per il vestito o per altre futili vanità. Studiatevi di piacere a Dio; rimanete fedeli alla vita comune, andando d’accordo in chiesa, a refettorio, nel coro, nell’osservanza dei doveri quotidiani. Abbiate un solo cuore, una sola mente, una sola volontà, comportandovi in tutto all’unanimità. E’ meglio essere nel bisogno che possedere il superfluo; è necessaria più la santità che la vanità. Niente ci sia in voi che possa dare scandalo o suscitare meraviglia. Se anche dovesse sorgere fra di voi qualche motivo di disaccordo, fate che in giornata torni l’armonia, che il sole non tramonti sulla vostra ira. L’odio non trovi motivo di alimento; e non siate causa di danno alle anime trasformando in trave la festuca. Così, fratelli, se resterete in sincero amore fra di voi, otterrete infallibilmente il frutto dell’amore, che è la vita eterna”.