Avezzano. E’ una vera e propria scure quella che si sta abbattendo sulla sanità marsicana. Dopo il caso di Neurochirurgia, per cui si attendono risposte su un annunciato ripristino del reparto, ora arrivano altri problemi. Almeno secondo quanto emerge dalla bozza del nuovo piano ospedaliero regionale che sta circolando in queste settimane.
Tagli e declassamenti, con passaggi ambigui e omissioni, caratterizzano il documento che deciderà le sorti della sanità nel territorio per i prossimi anni. Questioni aperte anche per le strutture di Tagliacozzo e Pescina su cui i punti interrogativi sono ancora molti.
Il Piano della Regione Abruzzo prevede, andando più nello specifico, il declassamento dell’unità di Ortopedia di Avezzano, ma anche di Radiologia interventistica e del Centro traumi. Ma non basta. Il Piano va oltre visto che dispone la presenza di strutture all’Aquila che sono già attivate da anni ad Avezzano. Si parla della duplicazione delle unità operative complesse di Chirurgia vascolare e di Geriatria. Sono già operative ad Avezzano ma il piano è quello di attivarle allo stesso modo anche all’Aquila.
E proprio all’Aquila, al contrario, proliferano nuove unità operative semplici e unità operative semplici dipartimentali, addirittura della stessa disciplina. Ne è un esempio l’intenzione di attivare all’Aquila una Unità di traumatologia della mano e una Unità di Traumatologia del piede. Incredibile ma vero.
E ancora, è prevista la duplicazione anche di Unità operative complesse. Una iniziativa della Regione e della giunta che va in deroga alla programmazione secondo i bacini di utenza. Basti pensare all’intenzione della giunta Marsilio di attivare come strutture complesse all’Aquila la Chirurgia vascolare e la Geriatria, che dovrebbero essere unità operative complesse solo ad Avezzano.
E poi c’è la vicenda di Neurochirurgia che, secondo l’annuncio dei rappresentanti politici regionali, dovrebbe ripartire con servizi e personali. Ma non è chiaro in che modo visto che già c’è un servizio di Neurochirurgia attivo.
Insomma, qualcosa non quadra e la Marsica, pur essendosi mobilitata negli ambienti politico amministrativi, ancora non ha ottenuto nulla e la bozza che gira è ancora la stessa.
Sarebbe opportuno che anche nella Marsica si potesse ottenere qualche servizio in più, anche alla luce dell’imponente bacino di utenza, più vasto di quello dell’Aquila.
Il piano arriva a fare tagli anche a Tagliacozzo. La struttura è stata inserita nella nuova rete come Pta, ma non come presidio ospedaliero riabilitativo, ripristinando l’Unità complessa di riabilitazione cardiologica e l’aumento di 10 posti letto da dedicare alla riabilitazione respiratoria.