Avezzano. Nell’ambito della vertenza del Comune di Avezzano con l’Irim srl, in questi giorni, è stata fissata dal giudice Roberta Mastropietro anche l’udienza per l’accertamento dei danni da custodia subiti dall’edificio da adibire a nuova sede municipale, che il Comune chiede vengano riconosciuti in sede giudiziale a carico del consorzio.
Il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, ha dato mandato all’avvocato Salvatore Braghini di presentare una richiesta di accertamento tecnico preventivo, per la stima dei danni che l’ente ritiene ascrivibili all’incuria e allo stato di abbandono del sito, oltra a difetti di realizzazione.
L’udienza prevista per la nomina del consulente tecnico è stata disposta in modalità cartolare dal giudice Mastropietro per il giorno 13 aprile 2021.
“Il Comune
spiega l’avvocato Cristian Carpineta, consigliere comunale
“ha già incassato un buon risultato nel procedimento sommario attivato per rivendicare l’esigibilità dei crediti risarcitori vantati dal Comune nei confronti del consorzio, così come già accertati nella sentenza penale del 24.11.2016 nei confronti delle persone fisiche condannate, ed ora, con l’accertamento tecnico intrapreso, mira a ridurre ulteriormente la somma di 1,8 milioni di euro asseverati in sede arbitrale in favore dell’IRIM (ora cresciuta a 1,95 milioni) .
L’avvocato Salvatore Braghini ha potuto allegare all’atto di istruzione preventiva una relazione tecnica, a firma dell’ingegnere Renato Giorgetti e dell’architetto Paolo Petricca, quali professionisti incaricati dal Comune di Avezzano, unitamente a rilievi fotografici e al calcolo dei danni riscontrati in sede di sopralluogo, provvisoriamente stimati in 300.000 euro.
Il legale, nel ricostruire la vicenda, ha esposto al Giudice che soltanto in data 15.10.2020 l’Irim riconsegnava, con intervento dell’ufficiale giudiziario, gli immobili in questione al Comune di Avezzano, circostanza in cui l’architetto Sergio Pepe (per conto del Comune) avanzava la richiesta di “poter visionare tutte le strutture al fine di poterne accertare lo stato di conservazione”.
I rappresentanti del consorzio si sono opposti alla richiesta e l’ufficiale giudiziario espletava una ricognizione minimale dell’immobile, da cui risultava comunque la presenza di vistosi danni, riportati anche nel verbale di riconsegna, quali asportazione di sanitari e plafoniere nella quasi totalità dei bagni della struttura, nonché la rottura di numerose vetrate del complesso edilizio.
Il prolungato stato di “trascuratezza ed abbandono” al quale è stato lasciato il complesso immobiliare in oggetto e le conseguenti copiose infiltrazioni di acqua meteorica hanno determinato rilevanti danni alle porzioni di superfici ed alle strutture del piano interrato (che ospita l’archivio e il garage), come anche nella porzione di edificio in elevazione da adibire a nuova sede municipale.
La causa di molti danni, peraltro, è da attribuire ad azioni vandaliche, consentite e agevolate dall’inosservanza dei doveri di custodia e sorveglianza da parte di chi ha detenuto il possesso del complesso immobiliare: pareti imbrattate, porte divelte, vetri delle facciate ventilate esterne spaccate, porzioni di rivestimento esterno in cortina rotte. Inoltre, ai livelli di piano I – II – III- IV, i servizi igienici si presentano fortemente danneggiati e “saccheggiati”, con asportazione dei sanitari, rubinetterie e sifoni, corpi illuminanti (plafoniere ad incastro), cavetterie, interruttori e frutti elettrici.
Viene sottolineato nell’accertamento tecnico che lo stato di incuria e abbandono, non solo ha determinato nel tempo una grave situazione di pericolo a causa della facilità di accesso anche per gli estranei (con una ormai fatiscente recinzione perimetrale, la mancata chiusura degli accessi interni al fabbricato, l’assenza di adeguate protezioni a norma dei vani ascensori e di alcune rampe di esodo, l’assenza di idonea cartellonistica di divieti, etc,) ma ha determinato, allo stato attuale, anche la necessità per il Comune di Avezzano di porre in sicurezza il cantiere con tutta una serie di onerosi interventi, come previsto dalla normativa, al fine di tutelare l’incolumità delle persone, nel caso in oggetto anche non addette ai lavori.
Nel corso dei sopralluoghi, sono stati individuati porzioni del fabbricato utilizzate come “dormitori improvvisati”.
Gli stessi furti di sanitari, rubinetterie, plafoniere etc, testimoniano la anomala e facile frequentazione dei luoghi in oggetto da parte di persone non autorizzate, con conseguente pericolo e gravose responsabilità.
L’avvocato Braghini, che ha potuto visionare l’edificio, rimasto molto colpito dal degrado del sito, ha dichiarato: “come cittadino mi sento indignato per lo spettacolo che ho potuto costatare personalmente insieme ai due professionisti incaricati dal Comune e credo che difronte ad una situazione così deteriorata ognuno debba assumersi le proprie responsabilità e ricalibrare le proprie pretese, è da apprezzare l’impegno del Comune nel controdedurre somme da compensare al fine di tutelare le risorse finanziarie dell’ente e, quindi, dei cittadini”.
L’importo stimato per il ripristino delle opere è, con buona approssimazione, pari a 300.000 euro ma – secondo il legale – ben potrà essere rimodulato a seguito di un più approfondito esame in sede di accertamento giudiziale.