Avezzano. Si chiude davanti alla Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Regione Abruzzo, il caso del nuovo municipio. I giudici contabili si sono pronunciati riguardo alla vicenda del “Contratto di Quartiere II” di Avezzano, mettendo la parola fine a una vicenda che ha occupato l’attenzione della magistratura e dell’opinione pubblica per quasi due decenni.
L’inchiesta ha coinvolto amministratori locali, dirigenti tecnici e imprenditori, accusati di aver causato un grave danno erariale nella gestione del progetto per la costruzione del nuovo municipio.
In nove erano sotto accusa. E’ stato dichiarato il difetto di giurisdizione nei confronti di Paolo Santoro, l’assoluzione di Marco Boleo per insussistenza del nesso causale e del danno contestato e l’assoluzione nel merito per Maurizio Bianchini, Bruno Di Cola, Domenico Mancini, Antonio Floris, Iride Cosimati, Vincenzo Ridolfi e Massimo De Sanctis per insussistenza del danno, mentre è stata accertata la prescrizione per consistenti somme nei confronti di Floris, Cosimati, Boleo, Bianchini.
L’accusa aveva inizialmente ipotizzato un danno erariale di oltre 5 milioni di euro, legato a presunte irregolarità nei contratti e nella realizzazione dell’opera. Tuttavia, sia la sentenza penale del tribunale di Avezzano, sia quelle successive della Corte d’Appello dell’Aquila avevano escluso l’esistenza di dolo, evidenziando l’assenza di artifici o raggiri.
In sede contabile, l’attenzione si è spostata sulla possibile colpa grave da parte dei convenuti, che avrebbero adottato decisioni amministrative e tecniche tali da compromettere la realizzazione del progetto. Tra le accuse mosse dalla procura regionale, spiccavano quelle di inefficienza gestionale, carenze progettuali e scelte amministrative che avrebbero favorito il contraente privato rispetto agli interessi pubblici.
La sentenza, di 187 pagine, chiarisce che non c’è stato un danno erariale. Con la pronuncia della corte dei conti, infatti, il collegio presieduto dal giudice Bruno Tridico ha assolto gli imputati, escludendo la sussistenza di una responsabilità amministrativa diretta. La Corte ha riconosciuto che molte delle criticità emerse nel corso del processo erano attribuibili a contingenze strutturali e a mancanze organizzative più ampie, che non ricadono sotto la responsabilità esclusiva degli imputati.
Secondo i giudici, la struttura non è una scatola vuota, ma può essere completata, e l’attuale opera è comunque più moderna di quella originaria. L’opera sarebbe infatti oggettivamente diversa e migliore del progetto iniziale.
Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Roberto Verdecchia, Hebert Simone, Paolo Novella, Ciciarelli Paola, Mario Petrella, Giovanni Rosati, Carlo Benedetti e Valerio Alfonsi.