L’Aquila. “Siamo riusciti a collegare tutti gli ospedali abruzzesi, partendo da una architettura formale valida e arrivando ad una sostanziale che superasse criticità e paradossi, oltre all’esame ministeriale, ideando una rete sanitaria a misura dei cittadini”.
Così il direttore generale dell’Asr, l’Agenzia sanitaria regionale abruzzese , Pierluigi Cosenza, nel corso del convegno nazionale “Nuova rete ospedaliera: la svolta in Abruzzo. L’evoluzione della sanità regionale”, che si è tenuto oggi all’Aquila, nella sala Ipogea di palazzo dell’Emiciclo, sede del Consiglio regionale. Hanno preso parte ai lavori, tra gli altri, oltre a Cosenza, l’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, il capo del dipartimento Sanità della Regione Abruzzo Claudio D’Amario, i quattro direttori generali delle Asl abruzzesi Ferdinando Romano, per la Asl Avezzano-Sulmona-Aquila; Vero Michitelli, per la Asl di Pescara; Thomas Schael, per la Asl Lanciano-Vasto-Chieti; Maurizio Di Giosia, per la Asl di Teramo; Alessandro Grimaldi, segretario regionale sindacato medici Anaao e coordinatore nazionale dei segretari regionali; Liborio Stuppia, rettore dell’Università “D’Annunzio” Chieti-Pescara; da remoto il presidente della Regione Marco Marsilio e il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri. Hanno partecipato anche il senatore Guido Liris e l’onorevole Alberto Bagnai, il vice presidente della Giunta regionale Emanuele Imprudente, oltre a esperti di livello nazionale. Ha moderato il direttore di LAQTv Luca Bergamotto.
“Il Decreto Lorenzin – ha spiegato Cosenza – ha stabilito anche principi importanti, definendo la struttura ospedali ma il limite era quello di non riuscire ad interpretare le esigenze di un territorio così complesso come l’Abruzzo. Arrivando una faticosa sintesi con il Ministero, siamo riusciti ad elaborare un percorso di assistenza che mette in rete i vari ospedali, senza cancellare i presidi e incrementando la rete dei servizi attraverso un collegamento diretto. Ora spetta ai direttori studiare il piano e a quel punto saranno valutate le loro porposte per migliorarlo sempre dando voce alle esigenze dei singoli territori”. “Ringrazio la Regione ci ha sempre supportato e non ci ha mai lasciato soli”, ha concluso Cosenza. Per D’Amario: “Questa è una Regione che è stata commissariata per oltre 10 anni, ha provato con fatica a risollevarsi, poi ha vissuto i difficili anni della pandemia. Oggi, dopo aver superato tutti questi ostacoli, possiamo dire di aver faticosamente raggiunto un traguardo senza precedenti, grazie a persone concrete, puntando al controllo di gestione e alle risorse umane” Per il rettore Liborio Stuppia: “I modelli virtuosi che si sono creati in Abruzzo non nascono dal caso ma dall’interazione e oggi siamo davanti a un fondamentale punto di partenza. Il nostro percorso sta per essere rivoluzionato in base alle richieste del territorio e in questo l’Università gioca un ruolo molto importante, dal reclutamento alla formazione. Bisogna arginare la fuga dalla sanità pubblica e lavoreremo ogni giorno di più a questo obiettivo”.
Il segretario Anaao Alessandro Grimaldi ha poi detto: “Riconosco l’equilibrio di questa rete e apprezzo il lavoro svolto da Verì, Cosenza e D’Amario, siamo arrivati a buoni risultati, siamo riusciti ad aumentare anziché diminuire e questo è già molto. Ora però andiamo avanti, oggi la sfida è un’altra: riempire le strutture di contenuti, investire sui giovani. L’Abruzzo non è una regione che può attrarre grandissimi luminari, che prediligono le aree metropolitane, ma può investire molto sulle nuove generazioni. Non possiamo più regalare i nostri ragazzi a strutture più attrattive, il rischio è che le nostre restino vuote, non fermiamoci qui. Ora occorre continuare a investire sui contenitori ma, soprattutto, sui contenuti”. I direttori generali hanno poi tracciato un bilancio per le 4 Asl. Per Ferdinando Romano, della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila: “Questo è il documento di massima importanza per la sanità abruzzese, il secondo è la rete territoriale, che pure è stata realizzata. Finalmente dopo tanti anni abbiamo due documenti che descrivono la sanità regionale. Tutto è perfettibile ma oggi abbiamo chiuso un capitolo fondamentale per l’Abruzzo. Nel nostro caso significa continuare a guardare al futuro dopo aver vinto importanti sfide dal passato, a partire dal punto nascita di Sulmona fino al nuovo ospedale di Avezzano. Abbiamo dato una speranza ai territori, assicurando diritti fondamentali a misura del cittadino”.
Il direttore generale della Asl di Pescara, Vero Michitelli, ha espresso “giudizio favorevole su questo lavoro che dopo tanti anni dà un assetto organizzativo credibile. Pensando, ad esempio, agli incrementi di posti in Terapia Intensiva e Subintensiva, questo ha creato un unicum di un reparto di Terapia Intensiva Pediatrica che in questa Regione mancava, con un livello di cure e assistenza specifico, per il quale stiamo formando una equipe di medici specifica. Inoltre, tra le altre cose, bbiamo scongiurato la chiusura dei pronto soccorso di Penne e Popoli e questo se da un lato offre un chiaro segnale di attenzione ai cittadini, dall’altro consente anche all’ospedale di Pescara di respirare”. Thomas Schael, della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, ha evidenziato: “Non posso che essere contento dell’approvazione della rete, adesso però non dobbiamo dimenticare di entrare nella logica che oltre alla rete strutturale si deve puntare a migliori risultati. Questa è una rete seria, nella nostra Asl abbiamo 5 ospedali che si muovono in sinergia, anticipando già gli obiettivi della rete e ognuno di loto a una vocazione specifica che consente di assicurare un’assistenza a 360 gradi”.
Stesso aspetto sottolineato dal direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia: “Possiamo finalmente parlare di sinergia tra unità operative, ospedali e Asl. Fare rete è meglio che alzare steccati e barricate. Il documento è stato elaborato su reali esigenze del territorio. La strategia della rete nei 4 ospedali della nostra Asl si traduce in un’offerta sanitaria unica ed adeguata ai cittadini. Collegare più presidi non significa depotenziare ma creare una rete”. Nel suo intervento l’assessore Nicoletta Verì ha ricordato: “Il direttore Cosenza è stato il promotore di questa nuova rete e insieme a D’Amario ha portato avanti un progetto valido, che la politica ha sposato ed appoggiato. Nel 2021 abbiamo presentato la prima delibera che è stata esaminata per due anni dai Ministeri. È stata una reingegnerizzazione che ha messo in evidenza le criticità del Dm 70. È per questo che viene definito ‘Modello Abruzzo’, perché abbiamo superato parametri e indicatori molto restrittivi, che non avrebbero permesso un’ assistenza omogenea. Siamo riusciti a dare un’identità e una vocazione ai presidi ospedalieri. Anche l’Emilia Romagna, una Regione virtuosa, ci ha chiesto come siamo riusciti a definire ospedale di zona disagiata. Molte Regioni limitrofe sono in attesa di riscontrare i nostri risultati”.
Marsilio ha sottolineato: “Se siamo arrivati ad un punto di svolta per la sanità regionale è grazie al lavoro di squadra fatto in questi anni. Nessuno in passato aveva avuto il coraggio di farla, perché significa attuare scelte difficili e trovare i giusti equilibri. Oggi per la prima volta abbiamo uno strumento di programmazione che ha superato tutti i passaggi ministeriali, non è stato semplice viste soprattutto le caratteristiche del territorio, ma ci siano riusciti. Una riflessione della quale potranno beneficiare anche altre Regioni, perché quelle prescrizioni avrebbero davvero tagliato dei servizi, mentre la nostra rete li aumenta, con particolare attenzione con chi risiede nelle aree interne”. Il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri ha aggiunto: “Questa legge è stata approvata dal Consiglio in un tempo ragionevole e con un grande senso di responsabilità, in un tempo, che sappiamo, è quello delle poche risorse con le quali si deve trovare la strada per puntare alla qualità. Era un obiettivo così importante e strategico che la legge è stata approvata a fine legislatura con pochissimi emendamenti, nonostante il rischio che il turno elettorale ravvicinato potesse creare facilmente fibrillazioni”.