La leggenda narra di un barone che nel 1646 reintrodusse la prassi medievale dello “Jus Primae Noctis”. Protagonisti sono Corvo De Corvis e un editto che recitava che ogni novella sposa del Feudo di Roccascalegna (provincia di Chieti), dovesse passare la prima notte di nozze con lui invece che con il proprio marito.
È una leggenda che si tinge di rosso, il colore del sangue del barone De Corvis, ucciso non si sa se da una novella sposa o da suo marito, travestito da sposa. De Corvis è stato accoltellato proprio nel talamo nuziale. E si narra che morente abbia lasciato la propria impronta della mano insanguinata su di una roccia della torre, crollata poi nel 1940.
Le persone anziane del paese ancora raccontano che benché si provasse a lavare il sangue dalla roccia, esso continuava a riaffiorare. E c’è chi continua a sostenere che nonostante la torre fosse crollata, a Roccascalegna ancora si possa vedere la “mano di sangue”.
È proprio il misterioso Castello di Roccascalegna ad entrare nella collezione di gioielli realizzati a mano dal maestro orafo marsicano Giuliano Montaldi.
Subito dopo la presentazione del ciondolo di Rocca Calascio, nell’aquilano, le sapienti mani del maestro Montaldi si sono messe a lavoro per dar vita a un nuovo pezzo unico, che attraversa ancora una volta uno spaccato di storia intrisa di affascinanti e a tratti tenebrose leggende, che fanno la ricchezza dell’Abruzzo.
E poi si sa, quando ad essere raccontata è la storia medievale, il mistero e gli aneddoti che negli anni sono diventati leggende sono quelli che riescono a legare per sempre, chiunque vi si imbatti, a un luogo che diventa subito indimenticabile.
Quella che si è legata a Roccascalegna è una storia fatta di sangue e di sete di giustizia, che i residenti ancora tramandano alle future generazioni e che contraddistingue ancora con orgoglio, l’onore e il rispetto di chi abita nei luoghi incantati che circondano il Castello che si erige superbo su uno sperone.
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L’origine del nome
Il termine Roccascalegna può avere una duplice etimologia. La prima ipotesi, risalente al termine “Rocca-scarengia”, documentato nel Catalogus Baronum nel 1379 come possesso del Conte di Manoppello.
Secondo uno studio francese “scarengia”, derivante da “scarenna”, sta ad indicare il fianco scosceso di una montagna. La dissimulazione successiva di r-r in r-l ha dato luogo in tempi recenti alla trasformazione di Scaregna in Scalegna.
Leggenda vuole che anticamente vi fosse una scala per entrare nella torre, sistema riportato, peraltro, dallo stesso stemma comunale.
Entrato nelle proprietà del Comune nel 1985, il Castello ha avuto un importante restauro ed è tornato nell’antico splendore nel 1996.
Il Castello è stato set di diverse produzioni cinematografiche, la più recente Il racconto dei racconti – Tale of Tales di Matteo Garrone.
La presentazione del nuovo ciondolo “Roccascalegna”
Giuliano Montaldi presenterà il suo nuovo ciondolo nel Castello in provincia di Chieti. All’evento parteciperà il sindaco Domenico GianGiordano e sono stati invitati la madrina della collezione dei gioielli, l’onorevole Stefania Pezzopane e l’assessore regionale Mauro Febbo.
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