Celano. “Di repente mi sentii afferrare dai tuoi occhi fatali, fanciulla del mio sogno. La tua voce mi scese soave nel più profondo del cuore, che palpitò concitato e commosso. M’avevi guardato! M’avevi sorriso! Nulla da dirmi aveva il tuo sguardo; ma lo disse in modo grazioso quel nulla. E il tuo sorriso, in apparenza tranquillo, aveva in germe la favilla”.
È morta nella notte di Natale, Onorina Taccone, conosciuta da tutti come “Ninetta”, insegnante di Celano. Ninetta era la moglie di Vittoriano Esposito, critico letterario originario di Celano, noto in tutto il Paese per le sue opere letterarie legate anche agli studi di Silone, venuto a mancare nel 2012.
Ninetta Taccone ha avuto un malore la notte tra il 24 e il 25 dicembre nella sua abitazione di Avezzano. Trasportata con urgenza all’ospedale di Avezzano non ce l’ha fatta. Aveva 88 anni.
Il servizio funebre Bacchetta l’ha trasferita oggi al cimitero di Celano dove è stata benedetta. Lascia due figlie, Fiorella e Katia. Sul suo manifesto non c’è una sua foto ma ci sono i versi che le aveva dedicato il marito, il professore Esposito nella poesia “Fanciulla del mio sogno”.
“Sono molto dispiaciuto e rattristito della morte di Ninetta, con la quale avevo condiviso insieme a Ezio Ciciotti tante iniziative in memoria del marito Vittoriano Esposito”, racconta il sindaco di Celano, Settimio Santilli, “non da ultimo l’istituzionalizzazione del premio letterario di narrativa ‘Città di Celano’, intitolato proprio a lui, insigne critico letterario, attento e profondo conoscitore e studioso dell’opera di Ignazio Silone Fontamara. Tra i tanti scrittori di spicco a cui la stessa Ninetta aveva consegnato il premio letterario ‘Vittoriano Esposito’ ricordiamo Massimiliano Parente, Marcello Veneziani e Pietrangelo Buttafuoco”.
“Ho avuto modo di conoscere la signora Ninetta al premio internazionale di poesia di Gioia, di cui proprio Esposito si era fatto promotore”, commenta Gianluca Alfonsi, consigliere provinciale, “una donna composta, devota al marito e alla sua memoria, che ha saputo onorare e perpetrare in tutta la Marsica e la Regione anche dopo la scomparsa. Facendo in modo che l’opera di suo marito potesse essere conosciuta e apprezzata anche dalle giovani generazioni. La Provincia dell’Aquila si stringe intorno al dolore della famiglia”.