Avezzano. Su micron duro intervento della Fim Cisl che ha dubbi sul futuro dello stabilimento. “In questi giorni”, si legge in un comunicato del sindacato, “Micron Corporate ha deciso di vendere a Tower Jazz il sito giapponese MJP che produce wafers a 200 mm. Dopo la chiusura del sito di Boise Fab1 nel 2009, quello di Avezzano resta l’ultimo impianto di produzione a 200 mm. E’ evidente che la Micron Corporate sta cercando di staccare la spina ai Fab a 200mm.L’industria dei semiconduttori sta lavorando alla fattibilità della tecnologia EUV che permetterà di arrivare a cd al di sotto dei 20 nm. Ammesso che si volesse investire oggi su un Fab a 200mm non ci sono più i margini economici per i vendor equipment per fare macchine su questa tecnologia. E’ quindi chiaro che la strategia economica sui siti a 200mm è la spremitura e poi la dismissione. A questo punto viene spontaneo provare ad analizzare le affermazioni di Sergio Galbiati nel recente messaggio alla popolazione lavorativa in cui commenta la vendita del sito giapponese:
Questa vicenda c’insegna che, se vogliamo continuare a poter giocare un ruolo diretto nella costruzione del nostro futuro, servono due ingredienti fondamentali. 1) L’organizzazione che vive nell’incertezza del proprio futuro, all’interno di una corporation, deve autonomamente fare tutto ciò che è in suo potere per essere rilevante, per avere quindi un valore intrinseco dettato dalla propria efficienza e dal valore del proprio capitale, soprattutto quello umano. Se non è pronta a fare tutto ciò che serve per mantenere un valore, non deve aspettarsi che, come nelle tragedie greche, intervenga un “dues ex machina”. 2) L’organizzazione più allargata in cui questa sta, ossia la corporation, deve avere nel proprio set di valori il fatto che esplorerà le strade e farà le scelte che consentiranno la realizzazione di questo valore per i propri pezzi rilevanti, dentro di sè o fuori di sè e, qualora dovesse essere fuori di sè, (perchè strategicamente è la cosa che ha più senso), tuttavia lo farà nell’ottica di lasciare aperti tutti i canali di valorizzazione della rete di individui e di competenze.
Galbiati”, continuano dal sindacato, guidato da Antonello Tangredi, “dopo aver lasciato le responsabilità operative di Avezzano, aveva il solo ed unico compito di creare le condizioni per il rilancio del sito attraverso un contratto di programma con le istituzioni italiane e di convincere la Corporate a mollare soldi per gli investimenti. Ciò non è avvenuto. Se FAB9 tirerà a campare, sarà solo per gli sforzi quotidiani di tutti i lavoratori che cercano di buttare fuori l’acqua che entra nella scialuppa bucata. FAB9 era gran bella nave, è rimasta una scialuppa con falle aperte: Grande capolavoro!! In questa situazione, per evitare un finale da tragedia greca, ci vorrebbe davvero, un “gran Dues (o Deus) ex machina”.