Lecce nei Marsi. “Sì, ho avuto paura, però è stata pure una bella esperienza perché… Chi l’aveva mai visto un orso?”. Leda gestisce Tasty food, un risto pub poco distante da un’area dove è stato fatto un rimboschimento, alle porte di Lecce nei Marsi, in Abruzzo, a Lecce nei Marsi.
Sono le vie che gli orsi bruni marsicani percorrono tutti i giorni, non da quando esistono gli smarphone che li immortalano sempre più spesso, ma da sempre.
“La specialità di Leda e il suo locale è lo stinco di maiale”, sorridono alcune donne del posto che sono venute a salutarla durante l’intervista di Marsicalive, “certo che è arrivato l’orso. L’orso è un buongustaio”. Leda è emozionata e lo dice chiaramente che ha avuto paura. Poi spiega che l’orso, non appena si è reso conto della sua presenza si è allontanato.
Qualche sera fa Leda era fuori dal suo locale e si è ritrovata faccia a faccia con l’animale che ha forzato una rete per svuotare il cassonetto dell’umido.
Lecce nei Marsi è un piccolo comune “virtuoso” per quanto riguarda la convivenza uomo-orso: “Il Parco sta facendo tanto per farsì che gli animali, e al tempo stesso i cittadini, siano in sicurezza. Ci siamo abituati all’orso con i passaggi dell’orso Mario”, racconta il vicesindaco Augusto Barile, “veniva in paese e sfondava i pollai e faceva razzie. Erano tutti pollai di fortuna, fatti con le tavole e altri materiali di fortuna. Ora il Parco li ha riqualificati con vere e proprie strutture anti orso e se ne vedono sempre di più”.
Dopo l’incontro alla prefettura dell’Aquila, presieduto dal prefetto Cinzia Torraco, dove si è parlato proprio della sicurezza dei cittadini durante le frequenti incursioni nei centri abitati degli orsi, soprattutto confidenti, il Comune ha emesso un’ordinanza in cui chiede ai cittadini di non lasciare fuori i rifiuti di notte. Perché è proprio di notte che l’orso arriva più spesso. Gli orsi percorrono sempre le stesse strade, fanno sempre gli stessi giri. E se sanno che ci sono dei posti dove trovare cibo, ci tornano.
In Abruzzo, all’interno e a volte anche all’esterno del territorio del Pnalm, “sulle tracce” degli orsi cammina tutti i giorni una squadra di professionisti. A Lecce la conoscono bene. In piazza li salutano e li chiamano per nome. I più anziani, quando capiscono che ci sono i giornalisti, si avvicinano e chiedono se l’orso è tornato a farsi vedere.
Sulle tracce degli orsi ci sono le guardieparco del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ci sono i carabinieri forestali del Gruppo dell’Aquila e ci sono gli uomini del nucleo Parco. Sul territorio di Lecce, in particolare, sono attivi i carabinieri della stazione di Gioia dei Marsi. Loro sono quelli armati di fucile che abbiamo documentato a Collarmele, mentre erano impegnati in un’attività di dissuasione.
La dissuasione è una tecnica di “condizionamento negativo che prevede la somministrazione, continua e coerente di stimoli negativi a un orso, al fine da ridurne la manifestazione del comportamento confidente”. Le azioni, come racconta anche il rapporto Orso Marsicano 2020 edito dal Pnalm, consistono “nell’assumere posture di dominanza nei confronti dell’orso, produrre rumore e arrecare dolore attraverso dei proiettili di gomma, non letali”.
Nell’ultimo caso di Lecce, probabilmente a “faccia a faccia” con Leda non è arrivato un orso confidente ma uno “condizionato” dalla presenza del cibo e dai forti odori. Insieme ai guardiaparco ci sono i tecnici del Parco, tra cui biologi, veterinari, che ogni giorno seguono anche gli orsi muniti di radiocollare, come l’ormai famosissimo Juan Carrito, figlio della “super confidente” Amarena, censiscono gli animali in montagna, li sorvegliano e li monitorano. Il Pnalm sta per compiere 100 anni, sa bene come fare: l’obiettivo è la conservazione di una specie protetta, che è simbolo dell’Abruzzo.
È possibile dunque che l’uomo possa convivere con l’orso senza farsi male, senza che nessuno si faccia male? A Lecce nei Marsi sembrerebbe proprio di sì.
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