Avezzano. Contro la chiusura della line ferroviaria Avezzano – Roccasecca scende in campo anche Legambiente secondo cui la tratta “ha rappresentato per un’epoca la giuntura di Regioni staccate e di momenti storici”. Secondo l’associazione, “la chiusura non potrebbe che rappresentare la rottura di un collegamento epocale di natura economica, sociale e culturale che ad oggi unisce le due Valli attraversate dal fiume Liri, un percorso che in caso di necessità e calamità naturali diverrebbe l’unico snodo di collegamento tra tutti i comuni.” Ad oggi risulta essere una linea con gli standard di sicurezza più elevati”, spiega la responsabile della comunicazione del circolo Valle del Liri, Anna Alonzi, “utilizzata da migliaia di pendolari specie studenti, e con investimenti di fondi per la manutenzione in corso. Il totale abbandono della tratta non potrebbe che causarne il suo deterioramento ed ulteriore spreco di denaro pubblico. Chiediamo che il percorso ferroviario non venga soppresso bensì un immediato potenziamento specie strutturale, creando un equilibrio tra ambiente e trasporto, sviluppando una mobilità veloce ed elettrificata e a basse emissioni, agendo in funzione della salvaguardia del territorio, dello spazio naturale frutto di lunghi processi evolutivi e delicati equilibri, la loro alterazione produce conseguenze sempre negative se non disastrose. Negli ultimi decenni a partire dagli Stati Uniti per arrivare ad alcuni Paesi Europei tra cui l’Italia, ha avuto inizio un lento ma progressivo recupero di stazioni ferroviarie in abbandono che per decenni hanno costituito il principale mezzo di trasporto di molte generazioni. Un recupero che vuole conservare la memoria storica di luoghi, di vedute e paesaggi, valorizzandone le tradizioni e la loro bellezza. E’ proprio sulla bellezza che debbano fare leva le azioni di difesa del paesaggio e di rigenerazione urbana.
“Con i dovuti investimenti economici e tecnologici”, continuano da Legambiente, “molte di queste tratte potrebbero anche ritrovare la loro funzione originale, oltre ad essere restaurate e valorizzate nel rispetto dell’ambiente, possono essere di utile supporto al turismo sostenibile, alla mobilità dolce e perché no, contribuire alla creazione di nuove opportunità di attività economiche in aree rurali o decentrate, ottimo contributo alle economie locali legate al recupero e alla salvaguardia territoriale. Molte di esse oggi sono state convertite in percorsi ciclabili e musei ferroviari”.