Avezzano. LFoundry si trasforma in un polo di ricerca e sviluppo e inizia a parlare totalmente cinese. Nel vertice che si è tenuto ieri pomeriggio nella sede del ministero per lo Sviluppo economico di Roma il vice capo di gabinetto del Mise, Giorgio Sorial, i rappresentanti dell’azienda, il presidente Sergio Galbiati e il nuovo amministratore delegato Marcello D’Antiochia, e i sindacalisti, si sono ritrovati per fare il punto sul futuro del sito.
La novità annunciata dai vertici aziendali è che il sito, venduto a fine luglio alla start – up cinese Wuxi nei prossimi mesi non sarà più una Foundry (letteralmente fonderia) cioè non si limiterà più a produrre soltanto i pezzi che le vengono commissionati, ma sarà una Sparc (sensori, power, analogici, radiofrequenza e company) che progetterà, produrrà e venderà i suoi prodotti.
Per Antonello Tangredi (Fim – Cisl) “si è lontani da poter esprimere una posizione di tranquillità perchè tutto quello che ci hanno detto dal 2013 in poi non solo non si è verificato ma continua a essere prospettato. Rimane un forte indebitamento, c’è da chiudere l’accordo commerciale con On semiconductor e da risolvere tanti altri problemi. Vista la mancanza di dati certi e riscontrabili, la FIM, a tutti i livelli, ritiene che la vertenza debba essere puntualmente attenzionata, data l’importanza che lo stabilimento di Avezzano riveste in tutto il territorio Marsicano e non solo. Inoltre la continua incertezza legata sia al periodo economico molto travagliato (guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina),sia ad una mancanza di obiettivi chiari e concreti (a partire dal contratto di fornitura con il principale cliente ON SEMI.che dovrà essere rinnovato/ridiscusso entro fine anno) ci porta a un aumento dei rischi sui livelli occupazionali del sito ed allo stesso tempo ci fa dichiarare, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’unica soluzione al momento valida resta il contratto di solidarietà firmato lo scorso anno nel mese di dicembre”.
“Non siamo soddisfatti dall’incontro perché non c’è nessuna novità di fatto”, ha commentato Roberto Di Francesco (Fiom – Cgil), “non si capisce quali saranno gli investimenti per uscire dalla crisi. L’azienda ha annunciato che ci sarà una riorganizzazione che ancora non è stata rivelata, aspettiamo dicembre per scoprirla e per vedere il piano industriale”. Al vertice di via Molise, al quale hanno partecipato i rappresentanti delle sigle sindacali nazionali, provinciali e le rsu di stabilimento, è stato toccato anche il problema dei contratti di solidarietà entrati in vigore fino a maggio 2020. La preoccupazione dei sindacati, esposta durante l’incontro al quale ha preso parte anche il consigliere regionale Giorgio Fedele, è che non si trovi una soluzione utile in tempo per la scadenza degli ammortizzatori sociali.
“Quello che ci è stato presentato”, ha commentato Michele Paliani, Uilm nazionale, “è un progetto ambizioso tuttora in fase di costruzione e che, quindi, va monitorato nel tempo. Non mancano scetticismi verso questa operazione, ma del resto non mancavano neppure sei anni fa nell’operazione che diede vita a LFoundry. Oggi però il sito marsicano è qui e ci dice che, seppur con ancora alcuni punti da chiarire, vuole rilanciarsi entrando a far parte di un nuovo gruppo che fornirà l’unico Paese in grossa crescita nel settore dei semiconduttori, vale a dire la Cina”. Paliani e gli altri rappresentanti del sindacato hanno chiesto e ottenuto un nuovo incontro per dicembre durante il quale l’azienda dovrà svelare le carte e presentare il piano industriale.