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Le nuove regole per proteggere gli utenti dei social dagli abusi dei troll

Franco Santini di Franco Santini
17 Novembre 2022
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Per conferire maggiore libertà a tutti quegli utenti che utilizzano i social media, le aziende più grandi e popolari dovranno fornire agli utenti strumenti per personalizzare le loro esperienze e dare loro un maggior potere decisionale su chi può comunicare con loro e che tipo di contenuto vedere.

Sappiamo ormai che troppe persone attualmente subiscono abusi online e si teme che l’anonimato lo stia alimentando, con i trasgressori che hanno poca o nessuna paura di denunce da parte delle piattaforme o delle forze dell’ordine. Sono tanti gli interventi che la Polizia Postale effettua per smascherare quei loschi individui che si servono del web per mettere in atto i loro piani scellerati, ma per quanto l’impegno e l’attenzione siano sempre alti, le truffe online si moltiplicano di giorno in giorno, mietendo vittime soprattutto tra le persone meno preparate e meno avvedute, come gli anziani e i soggetti fragili.

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Nell’ultimo anno soprattutto i vip e le persone che sono molto in vista nell’ambito dello spettacolo, del cinema e dello sport, hanno subito orribili abusi razzisti. Donne vip hanno ricevuto aberranti minacce di morte e stupro, e ci sono prove ripetute di minoranze etniche e persone LGBTQ+ oggetto di molestie coordinate e trolling.

Molti governi si stanno attrezzando con nuovi disegni di legge sulla sicurezza online per rafforzare la legge contro gli abusi online anonimi e contro chi invia un messaggio o una serie di insulti per soggiogare e sopraffare gli altri.

Le nuove regole costringeranno i siti di social media più grandi e popolari a dare agli adulti la possibilità di bloccare le persone che non hanno verificato la propria identità su una piattaforma. Un secondo dovere richiederà alle piattaforme di fornire agli utenti le opzioni per rinunciare alla visualizzazione di contenuti dannosi.

Le aziende tecnologiche hanno la responsabilità di impedire ai troll anonimi di inquinare le loro piattaforme. Per quanto si siano adoperate per porre fine a questo fenomeno, la strada sembra ancora essere molto lunga ed impervia. Non è facile muoversi tra i meandri delle leggi che proteggono la privacy ma che troppo spesso finiscono per diventare una barriera che copre le malefatte di ignobili delinquenti. Rafforzare le leggi sulla sicurezza online e la creazione di nuove misure per mettere maggiore potere nelle mani degli stessi utenti dei social media, è ormai diventata una priorità assoluta.

In futuro si spera che gli utenti possano avere un maggiore controllo su chi può contattarle e saranno in grado di fermare l’ondata di odio inflitta loro da algoritmi canaglia.

La stragrande maggioranza dei social network utilizzati anche in Italia non richiede alle persone di condividere alcun dato personale: sono in grado di identificarsi con un soprannome, alias o altro termine non collegato a un’identità legale. Ecco perchè si sentono liberi e protetti e quindi possono colpire quando vogliono garantendosi l’impunità.

Eliminare la possibilità per i troll anonimi di prendere di mira le persone sulle più grandi piattaforme di social media aiuterà ad affrontare il problema alla radice e completerà i doveri esistenti nella legge sulla sicurezza online e i poteri della polizia per contrastare gli abusi criminali anonimi.

Si prospettano nuove norme in Regno Unito

Nel Regno Unito si sta lavorando ad una legge sulla sicurezza online che impone già alle aziende interessate di affrontare i contenuti dannosi pubblicati in modo anonimo sulle loro piattaforme e di gestire i rischi legati all’uso di profili anonimi. Ciò potrebbe includere il divieto dei recidivi associati a comportamenti abusivi, impedendo loro di creare nuovi account o limitarne la funzionalità.

In base a un nuovo obbligo annunciato in questi giorni, le aziende di “categoria uno” con il maggior numero di utenti e una maggiore visibilità – e quindi che presentano il rischio maggiore – devono offrire ai propri utenti modi per verificare le proprie identità e controllare chi può interagire con loro. Si tratta di un primo passo che magari non sarà risolutivo ma renderà difficile la vita ai malintenzionati del web.

Agli utenti potrebbe venire attribuita la possibilità di spuntare una casella nelle loro impostazioni per ricevere messaggi diretti e risposte solo da account verificati. Spetterà alle piattaforme decidere quali metodi utilizzare per adempiere a questo dovere di verifica dell’identità, dando sempre agli utenti la possibilità di accettare o meno.

Quando si tratta di verificare le identità, alcune piattaforme possono scegliere di fornire agli utenti un’opzione per verificare la propria immagine del profilo per assicurarsi che sia davvero la propria. In alternativa si potrebbe pensare all’autenticazione a due fattori in cui una piattaforma invia una richiesta al numero di cellulare di un utente per la verifica. In alternativa, la verifica potrebbe includere le persone che utilizzano un documento d’identità rilasciato dalle autorità preposte, come un passaporto, per creare o aggiornare un account. Di certo non verrà totalmente messo al bando l’anonimato online anche per agevolare coloro che utilizzano gli account in maniera impersonale
per la propria sicurezza personale, come le vittime di abusi domestici, gli attivisti che vivono in paesi dove vige un certo controllo da parte dei governi autoritari o i giovani che esplorano la propria sessualità.

Al contempo, però, si salvaguarderà la libertà di espressione online perché non richiederà la rimozione della libertà di parola legale. Sebbene ciò non impedisca in primo luogo ai troll anonimi di pubblicare contenuti offensivi, a condizione che siano legali e non contravvengano ai termini e alle condizioni della piattaforma, impedirà alle vittime di essere esposte ad esso e darà loro un maggiore controllo sulla loro esperienza online. Ci sarà sempre modo di segnalare alla piattaforma eventuali abusi se qualcuno pubblica contenuti inappropriati, di bullismo e dannosi per l’immagine della piattaforma o per la reputazione di qualcuno.

 

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