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L’Abruzzo va in scena a Milano con “Fontamara” del Teatro stabile e Lanciavicchio

Luna Zuliani di Luna Zuliani
18 Novembre 2022
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Avezzano. Per una settimana (22 -27 novembre ) al Teatro Oscar- Desidera sarà possibile assistere allo spettacolo “Fontamara” tratto dal romanzo di Ignazio Silone, prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo e dal Teatro Lanciavicchio di Avezzano, testo che porta anche la riscrittura per la scena di Francesco Niccolini, autore di rilievo nazionale (di Marco Paolini e molti altri protagonisti del teatro contemporaneo) il quale per la riscrittura ha vinto anche il Premio Silone.

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Quindi un cast abruzzese con Angie Cabrera, Stefania Evandro, Alberto Santucci, Rita Scognamiglio, Giacomo Vallozza, le musiche originali composte dal M° Giuseppe Morgante e l’elegante regia di Antonio Silvagni, per lo spettacolo realizzato anche in collaborazione con il Centro Studi Ignazio Silone, il Comune di Pescina e il Comune di Avezzano.

Una settimana piena quella al Teatro Oscar -Desidera di Milano che riparte con una ottima stagione di prosa, la cui direzione artistica è firmata da Gabriele Allevi e Giacomo Poretti (quel ‘Giacomo’ del TRIO ‘Aldo, Giovanni e Giacomo’).

Grande la soddisfazione degli artisti coinvolti per essere stati invitati a trascorrere una settimana piena a Milano, ma del resto il Fontamara nella regia di Silvagni sin dal suo debutto raccoglie ovunque applausi, profonda partecipazione e apprezzamento per la qualità della recitazione e della regia, e ha vinto già due premi: uno al Festival di Resistenza e poi il Premio Silone 2019 per la riscrittura dell’opera siloniana.

Il Fontamara Lanciavicchio/ Teatro Stabile d’Abruzzo gioca con maestria sul vuoto e l’assenza: il palco è invaso da sedie, ma rimangono vuote per quasi tutto lo spettacolo. Si parla di Berardo Viola, è lui il protagonista, ma Berardo non c’è.

Solo cinque cafoni/contadini, immobili, ieratici, inchiodati alle sedie, davanti a un cumulo di terra: forse quella in cui hanno affondato i piedi per tutta la vita, o da quel-la sono emersi per raccontare di nuovo questa storia, che in un affascinante cortocircuito temporale, ha il sapore del passato e insieme del presente.
Si muovono pochissimo gli attori/cafoni, sembrano statue …all’inizio : sono pochi ma rappresentano un popolo, e questo si sente, sin dalla prima parola. Neppure le azioni si vedono: eppure sono presenti, dalla prima all’ultima.

I cinque attori/Cafoni danno voce a un mondo, a un paese, ai suoi abitanti e pure ai loro carnefici.
Raccontano, quasi fosse un’opera sinfonica a più voci, la storia di Fontamara, i Fontamaresi, Be-rardo Viola e Elvira.

Le voci dei protagonisti si accavallano con quelle dei personaggi minori: ogni attore acrobatica-mente passa da un’identità all’altra. Giuvà, Matalè, il loro figlio, Marietta, Scarpone, e poi il generale Baldissera, Papasisto, Venerdì Santo, Ponzio Pilato, Betta Limona, l’impresario, il cavalier Pelino, don Circostanza, le mogli, i carabinieri, un prete venduto, un sacrestano disperato…un mondo si affolla sul palcoscenico attraverso una partitura ferrea, un’alternanza di presenze e testimonianze.

Perché di testimoni si sta parlando: quasi fossimo di fronte a un giudice, o forse al Giudizio Univer-sale, sono tutti chiamati a ricostruire quei giorni osceni pieni di vergogna violenza e disumano accanimento sui più indifesi. Mano a mano che l’intreccio di sviluppa, prendono corpo le storie dei Fontamaresi e degli abusi dei poteri forti ai loro danni, con l’ombra incombente del fascismo, che si sposa con gli interessi dei latifondisti.

A proposito dei cafoni Silone diceva “Io so bene che il nome di cafone, nel linguaggio corrente del mio paese, sia della campagna che della città, è ora termine di offe-sa e dileggio: ma io l’adopero in questo libro nella certezza che quando nel mio paese il dolore non sarà più vergogna, esso diventerà nome di rispetto, e forse anche di onore.”

FONTAMARA
dal romanzo di IGNAZIO SILONE
adattamento e drammaturgia FRANCESCO NICCOLINI
una produzione TEATRO STABILE D’ABRUZZO – TEATRO LANCIAVICCHIO

con la collaborazione del CENTRO STUDI IGNAZIO SILONE
COMUNE DI PESCINA, COMUNE DI AVEZZANO

con ANGIE CABRERA, STEFANIA EVANDRO, ALBERTO SANTUCCI, RITA SCOGNAMIGLIO, GIACOMO VALLOZZA

musiche originali GIUSEPPE MORGANTE

regia ANTONIO SILVAGNI

FONTAMARA ha vinto il FESTIVAL DI RESISTENZA 2019 e  per la riscrittura dell’opera l’autore FRANCESCO NICCOLINI ha vinto il PREMIO SILONE 2019.

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