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La sagra della pecora di Villavallelonga divide tutti, ambientalisti al parco: spostatela in paese

Redazione Attualità di Redazione Attualità
11 Agosto 2017
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Villavallelonga. E’ bufera sulla tradizionale sagra della pecora nei Prati d’Angro. La manifestazione, giunta quest’anno alla 56esima edizione, potrebbe essere a rischio proprio alla luce degli incendi avvenuti nei giorni scorsi in alta montagna. Nei giorni scorsi c’è stato un botta e risposta tra l’amministrazione comunale di Villavallelonga e l’opposizione. Il sindaco Leonardo Lippa e i suoi hanno assicurato che sarà presente sul campo protezione civile, coordinamento tra comitato organizzatore e amministrazione comunale per regolare nel miglior modo possibile il passaggio delle auto fino ai Prati d’Angro, unità mobili anti incendio messe a disposizione dal parco e dal corpo carabinieri – forestali e cisterna del Cam. Ma per l’opposizione, però, “è singolare che i sindaci della Marsica, in considerazione delle condizioni di estrema siccità e dei numerosi incendi, stanno predisponendo ordinanze di divieto di accensione di fuochi, mentre nel comune di Villavallelonga, sembrano continuare i preparativi per la manifestazione”. Sulla vicenda è intervenuta anche la Stazione ornitologica Abruzzese che ha chiesto al parco “di spostare l’evento nei pressi del paese in luoghi idonei. In trepidazione per gli incendi di Campo Imperatore, Collelongo ecc siamo rimasti allibiti nell’apprendere che si intende realizzare domenica prossima 13 agosto la Sagra della Pecora nel cuore del Parco d’Abruzzo, ai Prati d’Angro, a poche centinaia di metri da quelle foreste vetuste che hanno ricevuto il riconoscimento dell’Unesco.

Dopo lo sfregio della strada asfaltata sequestrata si continua imperterriti a considerare un ambiente unico alla stregua di un parco divertimenti. Una sagra che era stata già criticata nel passato perché trasforma una piana meravigliosa, regno di orsi e aquile, in una sala da ballo con tanto di palco e amplificazione, con centinaia di auto e caos. Ci si lamenta della presenza degli orsi nei centri urbani ma poi si pretende di invadere in maniera chiassosa proprio il territorio naturale dell’orso, luoghi magici che dovrebbero essere frequentati in punta di piedi e non con raduni di centinaia se non migliaia di persone.  Ieri abbiamo immediatamente inviato una PEC a tutti gli enti. Il testo integrale lo trovate qui sotto. Ci chiediamo intanto come sia possibile utilizzare una strada sottoposta a sequestro e non ancora ripristinata secondo quanto previsto da un’ordinanza dell’Ente Parco. Inoltre viene da domandarsi se sia stata espletata la procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale obbligatoria per tutti gli interventi che possono avere incidenza su specie ed habitat. Lì siamo in un Sito di Interesse Comunitario e in una Zona di Protezione Speciale. La presenza di centinaia o migliaia di persone, mezzi ecc crea un disturbo incredibile alla fauna già stressata per gli incendi in corso.
Infine abbiamo evidenziato che bisogna rispettare la Circolare 1991 del Ministero degli Interni e, in generale, prevedere vie di fuga ecc. Ci chiediamo come sia solo possibile immaginare di svolgere una sagra del genere in un luogo con un’unica via di fuga che rischia di essere sbarrata in caso di incendio (anche non causato dai partecipanti). Ci si rende conto che proprio in queste ore un rogo sta distruggendo centinaia di ettari a Collelongo? Si rischia di intrappolare migliaia di persone in un cul de sac in caso di problemi. Gli stessi esponenti della maggioranza, a chi faceva notare le criticità della scelta, paiono mettere le mani avanti quando nel comunicato concludono con “…che messo in atto tutte le azioni di prevenzione degli incendi, per quanto nelle nostre possibilità”. Nello stesso comunicato hanno dichiarato agli organi di informazione che il Parco avrebbe autorizzato l’evento. Stentiamo a credere a quanto leggiamo. In ogni caso, se è così, l’Ente ritiri immediatamente l’improvvida autorizzazione. Eventi di questo tipo, non solo per il rischio incendio, possono e devono essere svolti vicino ai meravigliosi paesi come Villavallelonga, così da esaltare la bellezza dei centri storici e supportare le attività economiche che vi sono”.

Nella giornata di ieri il WWF ha presentato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dell’Aquila un atto di intervento di parte offesa a firma del vicepresidente nazionale, Dante Caserta, nominando difensore di fiducia l’avvocato Francesco Febbo. Il WWF è intenzionato a seguire attentamente l’inchiesta avviata dalla magistratura aquilana in merito al vasto incendio sviluppatosi dal 5 agosto a Campo Imperatore, all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, in località Fonte Vetica. L’Associazione aveva peraltro già presentato un esposto in merito al motoraduno svoltosi il mese scorso sempre a Fonte Vetica, sulla cui modalità erano stati sollevati moltissimi dubbi. “Siamo intenzionati a dare il nostro contributo affinché emergano le responsabilità in merito a quanto accaduto”, dichiara Luciano Di Tizio, delegato del WWF Abruzzo. “L’inchiesta della magistratura dovrà accertare le responsabilità dei singoli, a partire da quanti sarebbero indagati per aver acceso fuochi poi sfuggiti al loro controllo, ma anche ricostruire la vicenda dal punto di vista delle autorizzazioni, delle misure di prevenzione e della vigilanza. Il danno che è stato causato è gravissimo: in due giorni sono andate distrutte praterie d’alta quota che costituiscono habitat naturali protetti a livello nazionale e internazionale. Inoltre vi è stato un danno di immagine, e quindi economico, pesantissimo: per l’ennesima volta l’Abruzzo, che si presenta come una meta turistica per italiani e stranieri, è stato su tutti i media non per la valorizzazione, ma per la distruzione del suo patrimonio naturale”.

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L’azione giudiziaria, però, non può esaurire l’impegno di quanti hanno a cuore la natura e l’economia della nostra regione. Quanto è accaduto a Campo Imperatore è la conseguenza di un approccio sbagliato al turismo, specialmente a quello nelle aree naturali protette. “C’è bisogno di un ripensamento e di un cambio di rotta”, conclude Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia. “A partire dagli Enti Parco, vanno trovati la forza e il coraggio di iniziare a regolamentare maggiormente i flussi turistici indirizzandoli e guidandoli in modo da rappresentare un aiuto per la tutela della natura e non un problema. Gli impatti ambientali del turismo sono studiati da decenni e si sa bene come coniugare turismo e conservazione: invitiamo le aree protette presenti in Abruzzo a farsi promotrici di un confronto aperto per fare in modo che gli studi condotti e le certificazioni acquisite in questi anni escano dal campo della semplice teoria e si tramutino in pratica quotidiana”.

In tal senso appare allarmante l’intenzione, a dispetto della emergenza che sta vivendo l’Abruzzo intero, di consentire comunque l’effettuazione tra pochi giorni, il 13 agosto, della Sagra della Pecora nei Prati d’Angro a Villavallelonga nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, a ridosso degli incendi di Collelongo. Anche in questa area, in caso di grande afflusso di persone, sarebbe difficilissimo garantire condizioni di sicurezza e l’evento terrebbe comunque bloccato un mezzo anti-incendio (si vedano nell’allegato un sunto sulle regole da rispettare per tali iniziative) proprio nei giorni in cui più questi mezzi sono indispensabili in azione.

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