Avezzano. La buona sanità esiste e cura. A raccontarlo è una paziente di 50 anni, affetta da cancro al seno, che nel dolore della malattia ha scoperto l’umanità del reparto dell’ospedale di Avezzano di Accessi venosi.
La sua storia inizia con una diagnosi improvvisa e destabilizzante: un carcinoma della mammella. “Non posso negare”, ha racconta la donna che per motivi di privacy preferisce rimanere nell’anonimato, “lo sconforto e la depressione in cui sono piombata”.
La priorità terapeutica è stata immediata e urgente: posizionare un catetere venoso centrale (Picc) per avviare la terapia e pianificare il successivo intervento chirurgico.
Proprio in questa fase critica, la paziente ha trovato un punto di riferimento insostituibile: l’ambulatorio Accessi venosi di Avezzano, guidato dalla dottoressa Anastasia Fusco.
“In tutto questo si è rivelata preziosa la Dott.ssa Anastasia Fusco”, ha riferito la donna, “la dottoressa, insieme ad altre colleghe e personale oss, gestisce l’ambulatorio con competenza. Con solerzia, competenza e professionalità mi ha posizionato Picc ed effettua a oggi le relative medicazioni e prelievi di sangue- Ho potuto valutare altri posizionamenti di Picc in ospedali ben distanti dalla provincia dell’Aquila, la maggior parte mal gestiti, mal funzionanti e che posizionano dopo alcuni cicli di terapia oncologica”. La pratica avezzanese, che evita di iniziare la chemioterapia con semplici aghi periferici, è dunque un modello da seguire.
“Volevo sottolineare che l’ambulatorio Accessi venosi di Avezzano si può fregiare di personale impeccabile, organizzato, reattivo e con alta carica umana e professionale”, ha concluso la donna, “sono fiera che nella città di Avezzano esistano eccellenze del genere di cui tutti dovremmo essere orgogliosi. Quando la vita ti mette di fronte a momenti realmente inaspettati e difficili, la fiducia nella medicina di qualità, insieme alla fede, è l’unico vero sostegno per le famiglie. Lo posso raccontare con forza e in prima persona”.
La cinquantenne, nonostante la dura prova alla quale è stata messa, ha voluto ringraziare “con tutto il cuore” il personale medico e sanitario che ha incontrato sul suo percorso grazie al quale ha avuto modo di constatare che “la buona sanità è una realtà concreta”.








