Avezzano. “Dopo aver assistito ai Team Member Meeting le nostre preoccupazioni sono aumentate, l’analisi dei dati esposti in maniera sbrigativa dalla direzione aziendale, infatti, ci restituisce un quadro tutt’altro che rassicurante”. È questo l’appello della Rsu dell’L- Foundry di Avezzano che esprime le loro preoccupazioni in una nota.
“Alle riunioni aziendali hanno partecipato circa 360 lavoratori”, spiegano, “ne mancano all’appello mille che hanno risposto al nostro invito perché la fiducia nella proprietà è precaria. Nel corso delle riunioni, domande precise hanno trovato risposte generiche ed insufficienti, una su tutte quella dell’adibizione dei lavoratori somministrati a mansioni tecniche. Pur sembrando una operazione inclusiva, è, di fatto, un ulteriore passo verso la precarizzazione delle attività e per la prima volta si sceglie di non coinvolgere, nell’attribuire dette mansioni, gli operatori, naturali candidati che per esperienza e pratica hanno sempre rappresentato il bacino dal quale attingere quando bisognava formare nuovi tecnici”.
“Adesso capiamo il perché dell’occasione non sfruttata della formazione finanziata”, precisa la Rsu, “necessaria come il pane quando si fanno i proclami che abbiamo ascoltato durante i Team Member Meeting. Chiaramente noi non siamo contro la stabilizzazione dei Lavoratori somministrati, la delegazione sindacale più volte ha richiesto di concordare un percorso per la loro stabilizzazione, non ultima la proposta del contratto di espansione chiusa in fretta dalla dirigenza perché avrebbe legato la proprietà al territorio, barattando un cambio generazionale sano con una operazione a dir poco discutibile. Penoso il tentativo di risposta sulla questione, “avete capito male” è la frase non detta, che riassume il senso delle repliche della dirigenza, vera anche per altre domande. Pezzi di vecchi finanziamenti bloccati in banca e il mancato accesso ai fondi dell’Agenda digitale stanno lì a testimoniare che la proprietà NON ha investito soldi freschi in Lfoundry. Imbarazzante il tentativo di giustificare il non accesso ai fondi con un ritorno degli investimenti negativo della vecchia gestione, perché allora alcune grandi multinazionali realizzeranno in Italia/Europa nuovi stabilimenti proprio con quei fondi?”.
“L’unica spiegazione valida è che una ‘cash cow’ non può avere certi tipi di legame”, continuano, “continuiamo poi, con la motivazione del mantenimento della massima segretezza, a (non)vedere le proiezioni per i prossimi anni, qualche elemento grafico con numeri illegibili non possono essere scambiati per il piano a cinque anni, non da quel livello di dirigenza. In linea con il nuovo modello di business, la proprietà ha annunciato la volontà di vendere la centrale elettrica,probabilmente al solo scopo di aumentare i margini di guadagno della proprietà. Notizia che lascia perplessi perché non meno di 10 mesi fa tale possibilità era sta assolutamente esclusa forse perché ancora sussistevano vincoli per i finanziamenti pubblici percepiti per l’ammodernamento dell’impianto. Una cosa è certa, ‘produciamo’ (tanti) soldi, che vengono investiti altrove per acquisire nuove realtà e a noi rimangono miseri bonus e nulla di concreto. Attenzione, perché i nuovi riconoscimenti, più o meno grandi, conferiti insieme ad una stretta di mano, servono a far passare il concetto che viene premiato chi regala il tempo della propria famiglia all’azienda”, concludono, “un film già visto”.