Avezzano. “Jack lo Squartatore e il criminal profiling. L’analisi criminologica dei delitti di Whitechapel” è l’ultimo libro, in ordine di tempo, scritto dal professore Luca Marrone, crimonologo originario di Roma ma ormai da anni residente nella Marsica.
Marrone, specializzato in Criminologia e Psicologia forense, è docente di Criminologia e Scienze forensi alla Libera Università Maria Ss. Assunta (Lumsa) di Roma. Iscritto dal 2010 all’albo dei periti del Tribunale in materia di analisi della scena del crimine, è tra i soci fondatori del Joseph Bell Institute, che svolge attività di ricerca, formazione e divulgazione nell’ambito delle discipline forensi e criminologiche.
Membro della Società Italiana di Criminologia ha già pubblicato: Delitti al microscopio. L’evoluzione storica delle scienze forensi (2014), Dalla scena del delitto al criminal profiling. Temi di investigazione criminale (2015), Compendio di criminologia investigativa (2016); Appunti di criminologia. Lo studio del delitto e le sue applicazioni (2017), Lezioni di criminologia (2018).
Alcuni suoi libri sono stati presentati nella Marsica, con l’accreditamento da parte dell’ordine degli avvocati del foro di Avezzano.
Il professore Marrone è anche co-autore del progetto che ha portato ad Avezzano, in provincia dell’Aquila, il Master di Criminologia di II livello, attivato da UniTe – Università degli Studi di Teramo.
L’autore dice del suo libro:
Jack lo Squartatore è profondamente radicato nell’immaginario collettivo. A distanza di tanto tempo dai suoi delitti – almeno cinque prostitute assassinate e barbaramente mutilate nel quartiere londinese di Whitechapel tra l’agosto e il novembre del 1888 – l’omicida continua a destare l’interesse dei criminologi, che tentano di individuarne l’identità servendosi degli strumenti analitici nel frattempo delineatisi. Il presente contributo, dopo aver ripercorso in breve la vicenda che vede protagonista il feroce ed elusivo serial killer e preso in esame da due pionieristiche analisi comportamentali proposte all’epoca dei fatti, si sofferma sui profili del soggetto elaborati dai componenti dell’Unità di Analisi Comportamentale dell’F.B.I. e dal criminologo canadese Kim Rossmo. La ricostruzione di un agghiacciante caso criminale e una riflessione sul contributo che il criminal profiling è suscettibile di offrire all’investigazione scientifica.