Avezzano. Nuovo importante riconoscimento per Savino Monterisi e per il suo libro “Infinito restare”, uscito a giugno 2022 per Radici Edizioni. Il lavoro del giornalista sulmonese è risultato infatti vincitore del “Premio nazionale letterario Giuseppe De Lorenzo” nella sezione “Luoghi e memorie delle aree appenniniche – sezione letteraria”.
Il premio, giunto alla sua sesta edizione, persegue l’obiettivo di far riscoprire e diffondere la personalità e l’opera di Giuseppe De Lorenzo, geologo-orientalista lucano, insieme con la promozione e la valorizzazione dei luoghi delorenziani, nei loro aspetti geomorfologici, naturalistici, artistici, spirituali e culturali.
La consegna del riconoscimento a Monterisi, che segue nell’albo d’oro della manifestazione Filippo Tantillo con il il suo “L’Italia vuota”, avverrà sabato 12 ottobre a Lagonegro (Pz) durante la cerimonia conclusiva della manifestazione. La giuria del premio, con presidente Maurizio Lazzari del Cnr Ispc di Potenza era composta, tra gli altri, da Luigi Catalani, direttore della biblioteca nazionale; Debora Infante, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale; Leonardo Di Summo, presidente dell’ Ordine dei geologi di Basilicata e Domenico Calcaterra dell’Università degli studi di Napoli Federico II.
Il tema del concorso di questa sesta edizione è stato ispirato alle nuove e vecchie rotte della conoscenza tra fantasia e realtà nel contesto appenninico e mediterraneo: viaggi, transumanza e migrazioni storiche lungo fiumi, tratturi e approdi. Questo tema ha stimolato la partecipazione di circa 40 proposte editoriali, candidate nelle diverse sezioni del premio da scrittori e case editrici di livello nazionale.
Dopo la menzione speciale al Premio Majella e la vittoria al Premio Mario Arpea del 2023, arriva dunque un nuovo prezioso premio per Infinito restare, un libro che, come lo ha definito Antonella Tarpino nella prefazione è «insieme cammino e racconto, in cui tempi sono rimescolati e l’ossessione del presente in cui tutti viviamo si muta in senso di pace se immersi nello spettacolo che sta fuori dal tempo, per lo meno il tempo degli uomini».