Celano. Venticinque misure cautelari sono già state eseguite nell’inchiesta “Acqua fresca”, portata avanti dai carabinieri del nucleo investigativo dell’Aquila, che ha travolto il Comune di Celano. In tutto gli indagati sono 56.
Di misure cautelari però potrebbero arrivarne altre, per cinque dipendenti comunali. La richiesta è stata già avanzata dal pubblico ministero Lara Seccacini al gip Maria Proia.
Si tratta di cinque persone che sono già state sottoposte a interrogatorio, che ora rischiano di essere sospese dall’impiego pubblico.
Il sindaco Settimio Santilli non si dimette
Mentre l’ex senatore e attuale vice sindaco Filippo Piccone, in sede di interrogatorio, fatto in streaming mentre era detenuto al carcere di Vasto ha dichiarato che si dimetterà, su suggerimento del suo legale Antonio Milo, il sindaco Settimio Santilli ha fatto sapere che non farà la stessa scelta.
Nell’ordinanza che ha predisposto i suoi arresti domiciliari, il gip scrive che Santilli “è ben consapevole di quanto accadeva all’interno dell’amministrazione comunale, come dimostrano le numerose intercettazioni dalle quali si evince chiaramente una condotta pienamente concorsuale rispetto a quelle illecite a lui ascritte”.
Il sindaco è ai domiciliari dallo scorso 22 febbraio. Il provvedimento è motivato dalla possibilità di reiterazione dei reati e dall’inquinamento delle prove.
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Filippo Piccone resta in carcere
L’avvocato difensore ha presentato al gip una richiesta di scarcerazione per Piccone, l’unico finito in carcere, motivata da motivi di salute.
Richiesta però respinta “considerato il breve lasso di tempo intercorso dall’applicazione della misura cautelare e la gravità dei reati contestati” e anche considerato che Piccone durante l’interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere e quindi “non è stato possibile acquisire elementi di prova che possano far ritenere attenuate le esigenze cautelari del caso in esame”.
Secondo il gip, inoltre, le sue condizioni di salute sono compatibili con il regime carcerario e con le cure in detenzione.
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Chiesta la revoca della misura cautelare per Marianetti e Mascitti
È stata presentata ai giudici del Tribunale del riesame dell’Aquila la richiesta di revoca delle misure cautelari emesse nei confronti di Barbara Marianetti, colpita dalla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, oggi assessore allo Sport, all’epoca dei fatti consigliera con la stessa delega.
La richiesta è stata avanzata dal suo legale Domenicantonio Angeloni, anche legale dell’imprenditore edile Goffredo Mascitti, insieme all’avvocato Vittoriano Frigioni. L’esito delle richieste dovrebbe arrivare tra qualche giorno.
Sesso in cambio di lavoro
Tra le accuse più gravi dell’inchiesta c’è quella di concussione sessuale che l’ex senatore Piccone avrebbe fatto nei confronti di una ragazza di Avezzano. Nell’ordinanza a firma del gip Maria Proia lo stesso magistrato definirà l’accaduto come “il reato più odioso di tutti quelli trattati nell’inchiesta”.
Le telecamere posizionate nell’ufficio di via Cittadelle, a Celano, nella sede aperta da Piccone ai tempi in cui era senatore, lo hanno ripreso mentre riceveva la giovane che era andata a prospettargli il fatto che il suo contratto di lavoro era in scadenza.
Le reazioni
In città intanto la tensione si taglia con il coltello. Dopo la bagarre davanti al Comune che ha coinvolto Calvino Cotturone, il segretario del Pd da cui sono partite le indagini dei militari dell’Arma, agli ordini del maggiore Edoardo Commandè, raggiunto da un parente del sindaco Santilli che gli ha inveito contro, la rete “si è scatenata”.
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Da una parte i sostenitori di Santilli continuano tutte le mattine a dare sui social il “buongiorno” come faceva il sindaco prima di essere arrestato, dall’altro, c’è chi continua a dare solidarietà a Cotturone, facendogli sapere “non sei solo”.