Avezzano. Il vecchio cimitero della città, situato a poca distanza dal nuovo, è un posto abbandonato e poco frequentato, ma al suo interno conserva le spoglie di alcuni illustri personaggi avezzanesi e nasconde qualche interessante curiosità che merita di essere conosciuta.
Alcune di queste tombe ormai versano in uno stato di conservazione pessimo, ma ce ne sono altre che invece sono ancora integre e particolarmente interessanti, per più di un motivo. Una delle più importanti, anche se in realtà si tratta di una lapide molto semplice, è quella di Antonio Jatosti, eletto primo cittadino nel 1946, che di fatto fu il primo sindaco della città dell’immediato dopo guerra. Ci si emoziona poi davanti ad alcune tombe che raffigurano degli angeli, come si usa di solito quando vi vengono seppelliti dei bambini. Alcune persone che frequentano il cimitero mi hanno raccontato che su quelle tombe fino a poco tempo fa vi venivano regolarmente poggiate delle caramelle. Forse si tratta del gesto di qualche anziano genitore, che non ha mai superato il dolore straziante di dover seppellire il proprio figlio in tenera età.
Ma la tomba più importante e magnifica è senza dubbio quella dei fratelli Giuliano e Tommaso Brogi, nipoti del celebre Tommaso Brogi, uno dei maggiori protagonisti della cultura abruzzese che tanto scrisse sulla marsica e sul Fucino tra il 1700 e il 1800. Tra le sue pubblicazioni più importanti non si può non menzionare “La Marsica”, ultimamente riproposto dal professor Franco Francesco Zazzara, “Sul lago Fucino e le sue escrescenze” da poco ripubblicato da Edizioni Kirke, ma anche “La Marsica antica, medioevale e fino all’abolizione dei feudi”.
Eppure la tomba dei nipoti nasconde un giallo, poiché sembra che all’interno vi siano anche le spoglie dell’illustre avezzanese. Secondo alcuni storici le spoglie di Tommaso Brogi rimasero sepolte sotto le macerie della vecchia cattedrale dopo il terremoto del 1915, ma più di qualcuno è disposto a giurare che vennero traslate in questo nuovo sepolcro molti anni prima, precisamente nel 1881, anno in cui venne eretta questa bellissima tomba monumentale.
Ma cosa ci fa pensare che sotto la lapide vi siano conservate anche le spoglie di Tommaso Brogi? Per capirlo dobbiamo spostare un po’ d’erba dalla base del monumento funebre e leggere la prestigiosa firma dell’architetto che lo progettò: Gaetano Koch. Sì, proprio quel Gaetano Koch, il celebre architetto che a Roma lavorò come direttore dei lavori al Vittoriano, che progettò l’omonimo palazzo Koch, oggi sede della Banca d’Italia, i due palazzi che formano Piazza della Repubblica, il palazzo De Parente a piazza Cavour, Palazzo Mengarini e anche Palazzo Piombino, l’attuale sede dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Via Veneto. La tomba è costruita come se fosse un’edicola sacra, con due colonne che sorreggono un frontone. Più giù si trova un’iscrizione latina con l’epigrafe “justis non est mors”, mentre al centro è riportato uno stemma con all’interno dello scudo il sole, un’aquila con le ali aperte e un leone rampante che tra le sue zampe sembra stringere qualcosa, forse un serpente.
E’ evidente che, un monumento funebre con una firma tanto prestigiosa, non fa che rafforzare le voci di coloro che sostengono che le spoglie di Tommaso Brogi riposino davvero nella tomba di famiglia del vecchio cimitero di Avezzano. Un cimitero che non smette di esercitare il suo grande fascino sugli avezzanesi e che conserva le spoglie e la memoria di molti personaggi illustri della nostra città. Chissà, forse è davvero arrivato il momento di riconsiderare la proposta dello storico Giovanbattista Pitoni, che già diversi anni fa suggerì che il vecchio cimitero venisse salvato dall’incuria e dall’abbandono, per essere trasformato nel cimitero monumentale della città.