Avezzano. Al tribunale di Avezzano c’è una cronica e pesante carenza di funzionari e personale amministrativo che si aggira attorno al 50 per cento. La chiusura del palazzo di giustizia, inoltre, si avvicina sempre di più ed è prevista per il 31 dicembre del prossimo anno. Nonostante la drammatica situazione, la dura battaglia con il Ministero e con il tribunale dell’Aquila per ottenere l’assegnazione ad Avezzano di nuovo personale sembra aver lasciato il passo a isterici bisticci interni tra avvocati e giudici. Come una sorta di guerra tra poveri, intenti a tirare da una parte all’altra una coperta troppo corta, in questi giorni i cittadini stanno assistendo a un siparietto surreale che vede da un lato il presidente del tribunale facente funzione, il giudice Maria Proia, costretta a ridurre ulteriormente come avvenuto già in passato gli orare di apertura delle cancellerie a causa della carenza di personale, e dall’altro il consiglio dell’ordine forense, guidato dall’avvocato Roberto Di Pietro, protestare contro la Proia per la riduzione del servizio.
Una riduzione dovuta oltre che alla carenza di personale, anche alle incombenze previste per i controlli ministeriali di routine che saranno in atto nei prossimi giorni e che impegneranno le cancellerie. Insomma, il Ministero oltre a non inviare personale direttamente ad Avezzano, ma a farlo passare per L’Aquila, dove poi rimane, occupa anche il tempo prezioso delle cancellerie già ridotte all’osso. Ma gli avvocati non accettano questa riduzione di orario e allora hanno scritto al presidente facente funzione chiedendo che si a lei a risolvere in qualche modo il problema e che ripristini gli orari precedenti. Se ciò non avverrà, il consiglio dell’ordine forense si dice pronto a organizzare una nuova astensione.
Probabilmente ad Avezzano si è perso l’obiettivo da centrare, cioè il ripristino della pianta organica. Invece di scioperare per ottenere più personale, si preannuncia un’astensione per chiedere al presidente facente funzione di mantenere i servizi pur senza personale.
Una situazione paradossale che squalifica, di fatto, un tribunale modello come quello di Avezzano, il più grande dei quattro abruzzesi che rischiano la chiusura, tra i più efficienti d’Italia con numeri che lo annoverano tra quelli di media-alta grandezza a livello nazionale. La carenza di personale potrebbe però a lungo andare compromettere queste brillanti performance portate avanti fino al 2022. Per evitare questo a nulla potranno servire le diatribe tra giudici e avvocati. Per scongiurare questo scenario non si prevedono né scioperi, né proteste, e il mondo politico appare inerme. Di evidente resta solo una lotta interna che non può portare a nulla di nuovo o di meglio: una inutile quanto tragicomica guerra tra poveri.