*di Riccardo Bruno
Prendendo a base l’ottima pubblicazione, nel 1998, “CELANO: Storia-Arte-Archeologia” del prof. Giuseppe Grossi (a cura del Comune e Pro Loco di Celano) mi sono dedicato in questi giorni “strani”, anche per sdrammatizzare, alla realizzazione di un grafico speditivo il più fedele possibile al “castello-recinto” di monte Tino (Serra) che con la “Turris Celani”, a quota m.1161 (Croce), scendeva, a pianta triangolare, fino alla Fons Aurea (Fonte Grande) e poco sopra la Ecclesia Sancti Johannis Caput Aquae (Madonna delle Grazie).
Rimandando la descrizione del sito alla pubblicazione cui sopra mi limito ad una breve relazione del recinto fortificato distrutto verso la fine di aprile 1223 da Enrico di Morra dopo l’assedio personalmente condotto da Federico II di Svevia Imperatore del Sacro Romano Impero d’Occidente e la resa di Tommaso conte di Molise e Celano.
Mi aspettavo di trovare i resti di una decina di torrette “rompi-tratta” (su cui tracciare i limiti dell’incastellamento) quando in realtà ne sono risultate (quadrato rosso) una trentina; si è sempre detto e scritto che le cinte murarie nord-sud fossero due, in realtà ne sono emerse tre che nella foto ho chiamato, da est verso ovest, A-B-C;
le prime due probabilmente sono quelle originarie, la terza “C” dovrebbe essere stata realizzata successivamente, al crescere della popolazione, ed un indizio potrebbe essere l’apertura di un varco nella cinta “B” per permettere il passaggio tra i due settori venutisi a creare.
Avevano una lunghezza di circa 600 metri con la base meridionale della piramide (che andava dalla sorgente di Fonte Grande fino a monte, presumo, di piazza Aia) di circa 400 metri; il settore abitativo orientale doveva essere di ettari 6,5 circa, quello occidentale di ettari 3,5 circa per un totale di ettari 10, con un dislivello (dalla “Turris Celani” a “Fonte Grande”) di circa 350 metri.
Un pensiero va a chi versò lacrime e sangue per la realizzazione dell’abitato prima e per la sua difesa poi. In futuro, in tempi migliori che verranno di certo, sarebbe interessante procedere ad un lavoro più serio e qualificato di questo con la sinergia dell’archeologo e del topografo.
Un doveroso ringraziamento va, oltre che alla pubblicazione del prof. Giuseppe Grossi, al C.A.I. di Celano per la realizzazione del “Sentiero Storico” che mi ha motivato la frequentazione e l’interesse per il sito.