Avezzano. Primo ciclo di chemioterapia per il boss mafioso Matteo Messina Denaro questa mattina nell’ambulatorio realizzato ad hoc nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila. Lo scrive l’agenzia di stampa Ansa Abruzzo.
“Il 60enne non ha avuto reazioni collaterali e, secondo quanto si è appreso, è in buone condizioni”, continua, “la somministrazione viene definita di mantenimento per la cura del cancro contro il quale sta connettendo da oltre un anno il boss attestato lunedì scorso e dal giorno dopo recluso nel carcere di massima sicurezza Le Costarelle: a coordinare l’equipe della quale faceva parte anche un anestesista, il professore Luciano Mutti, primario del reparto di oncologia dell’ospedale San Salvatore che con oggi ha già visto e visitato tre volte Messina Denaro. L’allestimento dell’ambulatorio citato dal personale della Asl provinciale è stato terminato nella giornata di ieri: si trova di fronte alla cella di dieci metri occupata dall’ex superlatitante, in regime di 41bis, proprio per evitare spostamenti e quindi contatti anche all’interno della struttura carceraria. Non si sa, per questioni di sicurezza, quando si farà la seconda seduta. Secondo quanto si è appreso, sicuramente la prossima settimana”.
“L’allestimento dell’ambulatorio costituisce un modello virtuoso perché permette di evitare rischi e consente un ingente risparmio di risorse. Inoltre non è stato distolto nulla
dall’assistenza normale”. È quanto emerge da fonti sanitarie della Asl dell’Aquila in merito alla prima seduta di chemioterapia a cui è stato sottoposto stamani il 60enne boss mafioso Matteo Messina denaro nell’ambulatorio allestito ad hoc all’interno del carcere di massima sicurezza del capoluogo regionale, scrive ancora l’agenzia di stampa.
L’Ansa, facendo riferimento all’articolo “denuncia” di Marsicalive e Abruzzolive, pubblicato ieri sera a firma della giornalista Magda Tirabassi, che riporta l’intervista a una donna marsicana figlia di un malato oncologico, puntualizza in modo generico, senza menzionare l’intervista di Tirabassi, che: “La presa di posizione riguarda anche alcune polemiche secondo cui al superboss di cosa nostra, arrestato dopo trenta anni di latitanza, sarebbe riservato un trattamento di privilegio”.
“Nessuno ha perso nulla, in pochi giorni è stato allestito lo spazio perché è la cosa più conveniente per lo Stato e la collettività”, scrive l’Ansa spiegando che fa riferimento alle “stesse fonti”, senza però dire quali siano.
“Infatti,”, continua l’Ansa, “trasferire Messina denaro al San Salvatore avrebbe richiesto uno spiegamento di forze e misure di sicurezza senza precedenti. Matteo Messina Denaro è un cittadino italiano registrato come paziente nel nostro sistema sanitario e in quanto tale ha gli stessi diritti e doveri degli altri. I medici che lo stanno curando sono servitori dello stato a cui è stato chiesto di prendersi cura di un paziente. Quindi stanno facendo il proprio dovere nel rispetto pieno del rapporto medico-paziente”.
L’ARTICOLO DI MAGDA TIRABASSI SU MARSICALIVE:
“Mio padre malato oncologico abbandonato: all’Aquila la priorità è il boss mafioso”