Massa d’Albe. I consiglieri di minoranza contro l’amministrazione di Massa d’Albe: “oblio del 25 aprile”. “Nemmeno una corona ai Caduti per commemorare la Festa della Liberazione”. Hanno dichiarato i consiglieri di opposizione del Comune di Massa D’Albe Giovanni Domenico Mancini e Giovanni Ceglie.
“La giunta del Comune di Massa D’Albe, con a capo il sindaco Nicola Blasetti, ha ottemperato all’imprimatur di Musumeci di adempiere con “Sobrieta’” alle cerimonie dei festeggiamenti per l’80 mo della Liberazione. Anzi ha fatto di più, non ha organizzato neppure una minima celebrazione, né deposto un solo fiore al Monumento ai caduti di Massa D’Albe.
Eppure è una data importante per la nostra Storia. E lo è ancora di più per il Comune di Massa D’Albe, dove oltre che i soldati caduti in guerra, 41 vittime civili sono stati i danni collaterali di due bombardamenti degli Alleati il 12 Maggio 1944 con lo scopo di annientare il Comando tedesco del feldmaresciallo Kesserling presente a Massa d’Albe con un Campo Base munito di un numero di soldati superiore al numero degli abitanti. Da Massa Kesserling guidava le operazioni militari della linea Gustav e soprattutto la roccaforte di Cassino, che grazie all’annientamento del Campo Base, cade il giorno 17 maggio. Inizia così la ritirata tedesca con il sacrificio di Massa d’Albe.
L’assenza di ogni segno di rispetto per questi eventi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La minoranza comunale si è unita ad uno sparuto gruppo di abitanti di Massa che hanno avuto tra i propri parenti dei caduti o delle persone rastrellate o ancora patrioti che hanno dato ospitalità a prigionieri alleati, rischiando volontariamente la vita per la liberazione del proprio popolo. Con la sentita e commovente testimonianza del figlio di un patriota quali Mario Salone, di Mario Casale, e di Daniela Sabatini che ha certificato il pesante tributo delle donne nella Resistenza con circa 700 morte fucilate o uccise in combattimento, la minoranza ha voluto rappresentare l’esistenza e la resistenza di una memoria che non si è dissolta ma che si tramanda da padre in figlio per ricordare che le Istituzioni non possono glissare sulla memoria su cui si fondano i principi democratici di un popolo. La memoria è il suo futuro. Non si può abrogare la Storia.
Fiori, la voce di Calamandrei e Bella Ciao non sono simboli di sinistra ma appartengono a tutti coloro che vogliono sentirsi liberi e non sottomessi dai partiti autocrati e dispotici. Questo il tributo posticipato il 27 Aprile a Massa d’Albe per sopperire alla negligenza della Giunta”. Hanno concluso i consiglieri di opposizione.