Liste d’attesa: una sfida per il sistema sanitario e una priorità per i pazienti. La Clinica Di Lorenzo, guidata dalla direttrice Lucia Di Lorenzo, si propone di sensibilizzare ed educare i cittadini su un tema cruciale che coinvolge migliaia di persone ogni giorno.
Attraverso un approccio basato su cinque punti critici, la dottoressa Di Lorenzo offre soluzioni pratiche e percorribili per affrontare, almeno in parte, il problema delle liste d’attesa, cercando di garantire un accesso più tempestivo e giusto alle cure.
Ecco i 5 punti critici sulle liste d’attesa spiegati da Lucia Di Lorenzo
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L’allarmismo che fa comodo a tutti
“Sul tema delle liste d’attesa,” ha dichiarato Di Lorenzo, “si fa spesso troppo allarmismo. Per quale motivo? Perché, in fin dei conti, questo allarmismo risulta utile a tutti: al settore pubblico e ai sindacati per ottenere più assunzioni, ai privati accreditati per ricevere incrementi di budget, ai privati puri per erogare più prestazioni, e alle assicurazioni per stipulare più contratti. È importante comprendere quando il problema delle liste d’attesa è effettivamente presente e quando, invece, non è così grave”. -
Linee guida per i medici di medicina generale
“Un attore fondamentale in questo contesto è il medico di medicina generale. Dal mio punto di vista,” ha affermato, “sarebbe utile fornire ai medici delle linee guida chiare sulla reale necessità di alcune prestazioni, in particolar modo per quelle in cui la lista d’attesa è più lunga: endoscopie, risonanze, TAC ed ecodoppler. L’obiettivo è quello di ridurre la prescrizione di prestazioni non necessarie, che spesso vengono richieste su iniziativa del paziente anche quando non ve ne sarebbe un reale bisogno”. -
Fenomeno del drop-out: mancata presentazione alla prestazione
“Un ruolo fondamentale lo svolge anche il cittadino,” ha continuato, “che è spesso protagonista del fenomeno del ‘drop-out’. Parliamo di quei casi in cui i pazienti non si presentano alla prestazione dopo aver prenotato. Attualmente si registra un drop-out del 20%, il che significa negare al 20% dei cittadini prestazioni di cui hanno bisogno e allungare del 20% le liste d’attesa. È fondamentale che il cittadino avvisi quando non può presentarsi alla prestazione prenotata. Inoltre, dovrebbe considerare l’importanza della classificazione delle priorità (urgenti, brevi, differite e programmate) nella richiesta di prestazioni”. -
Il ruolo centrale degli screening e della prevenzione
“Gli screening sono un elemento fondamentale e una vittoria del sistema sanitario. Se i cittadini aderissero agli screening proposti periodicamente,” ha commentato, “ci sarebbero probabilmente meno richieste di prestazioni, con conseguente riduzione delle liste d’attesa. Questo consentirebbe ai cittadini che ne hanno realmente bisogno di accedere alle prestazioni nei tempi dettati dalle classi di priorità”. 5. Fornire dati chiari e completi
“Un aspetto da non sottovalutare è l’importanza di fornire ai cittadini dati chiari, completi e, soprattutto, facilmente accessibili e leggibili sulle liste d’attesa. La comunicazione su questi dati deve avere l’obiettivo di informare i cittadini sui veri problemi legati alle liste, permettendo loro di comprendere quando preoccuparsi e quando no”.
Conclusioni
“È importante contestualizzare la spesa sanitaria privata realmente sostenuta dai cittadini. Secondo il rapporto OASI, la spesa per le prestazioni sanitarie di visite e strumentali incide solo per il 15%. L’impatto dell’allungamento delle liste d’attesa, quindi, è marginale. I cittadini hanno il diritto di accedere al sistema sanitario nazionale, ma è cruciale promuovere l’appropriatezza delle prestazioni. Per soddisfare tutte le richieste,” ha concluso Di Lorenzo, “rischiamo di erogare prestazioni inappropriate e di negare prestazioni essenziali a chi ne ha veramente bisogno”.