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Mille firme contro i tagli della Regione in Marsica e immobilismo del Comune (Video)

Redazione Attualità di Redazione Attualità
15 Maggio 2011
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Avezzano. Arriva il gazebo per la raccolta di firme a sostegno della tutela dell’ospedale di Avezzano. I gruppi consiliari del comune di Avezzano di Rinnovamento e partecipazione, Fli, Udc, Api, insieme ai consiglieri regionali Gino Milano (Api) e Daniela Stati (Fli) e ai vertici provinciali dell’Udc con Morena Pasqualone hanno presenziato in piazza Risorgimento duante l’iniziativa a cui erano stati invitati a partecipare anche il Pd e tutti i comitati che difendono l’ospedale di Avezzano, per esporre ai cittadini la mozione che si intenderà portare nel consiglio comunale straordinario del comune di Avezzano di venerdì 20 maggio prossimo.


“La Marsica ha già dato troppo alla razionalizzazione dell’assistenza ospedaliera con la chiusura degli ospedali di Tagliacozzo, Pescina e della casa di cura Santa Maria e quant’altro”, hanno precisato i gruppi consiliari. “Ma oggi protestiamo soprattutto perchè è messo in pericolo il diritto alla salute di tutti i cittadini della provincia aquilana ed in modo particolare quelli marsicani. Riteniamo che il modello disegnato dal commissario Chiodi (decreto n.15 del 14 aprile 2011) coadiuvato dal Sub commissario Baraldi, prevedendo un unico ospedale di eccellenza o di riferimento per le cure complesse di tutta la Asl, non è e non può essere la  risposta organizzativa adeguata ai reali bisogni del cittadino-paziente, ma anzi cancella iniquamente  servizi e team di cura  che negli ultimi venti anni, nell’ambito dell’intera provincia, si sono guadagnati sul campo e non per decreto commissariale l’eccellenza. Il decreto commissariale ponendo in posizione eccentrica l’ospedale di riferimento (stranamente assegnato logicamente al capoluogo di provincia) non garantisce né l’equità di accesso né l’autosufficienza territoriale e pertanto  riduce di fatto  le garanzie di assistenza del cittadino. Considerato altresì che lo stesso decreto commissariale, depauperando le strutture subordinate di risorse umane e strutturali che oggi esistono ed operano, arreca un danno  incalcolabile all’intera economia regionale anche tramite l’inevitabile incremento della mobilità passiva, ci vediamo indotti e costretti a seguito  del silenzio di altre forze politiche che gestiscono il territorio e che ben potrebbero avere una più semplice intercessione con chi rappresenta la sanità regionale abruzzese, a proporre: un modello di “reti cliniche integrate” che non preveda una priorità gerarchica, preordinata peraltro per decreto commissariale , fra le strutture  ospedaliere  provinciali; in assenza di risposte  politiche adeguate saremo autori, previa raccolte di firme, di debito ricorso al tribunale amministrativo regionale stante le palesi violazioni di illegittimità costituzionale del decreto attuativo nonchè alla luce delle pronunce della corte costituzionale e di ben otto tribunali amministrativi che in altre parti d’Italia, hanno spazzato simili decreti; extrema ratio, qualora qualche persona non volesse riconoscere i suoi errori e non volesse restituire il rispetto al nostro territorio, siamo disposti ad azioni di piazza più eclatanti e più forti per far valere i nostri diritti”. Le associazioni aderenti a Rete imprese Italia, Cna, Confcommercio, Confesercenti e Confartigianato, hanno rivolto un appello al presidente Gianni Chiodi per evitare lo smantellamento della sanità. “Nei  mesi scorsi varie Associazioni aderenti a Rete imprese Italia intervennero pubblicamente sulla riorganizzazione del sistema sanitario e sugli effetti negativi che lo smantellamento di presidi sul territorio avrebbe provocato una ulteriore crescita dello  spopolamento nei piccoli comuni montani che già da anni fanno i conti con il fenomeno del c.d. “disagio  insediativo”, si legge nella nota diffusa da Rete imprese Italia. “La nostra voce è stata inascoltata e purtroppo, nei prossimi anni, assisteremo alla diffusione di una tendenza presente sul territorio che andrebbe contrastata da parte delle Istituzioni Regionali e che invece, con provvedimenti come quelli assunti recentemente, viene purtroppo favorita in modo non responsabile. Ora, con un’ostinazione degna di miglior causa, si prosegue a voler sbagliare ad ogni costo e ci riferiamo alle scelte che riguarderebbero l’Ospedale di Avezzano ed il tentativo di procedere ad una sorte di spacchettamento in “Repartini” di strutture che in molti casi rappresentano  “eccellenze” e che andrebbero tutelate ad ogni costo e messe al riparo da chi si è già distinto nella preparazione di indigeribili “spezzatini” che altro scopo non hanno se non quello di indebolire realtà che ogni buon amministratore dovrebbe valorizzare e di minare il bene comune che, ormai, non sembra interessare più nessuno. Purtroppo. E,  quindi,  proprio per evitare questo ulteriore errore strategico i cui effetti negativi colpirebbero al cuore ed al cervello il sistema territoriale marsicano,  ci rivolgiamo all’attenzione del Presidente Chiodi per richiedere un immediato stop a questo tentativo di ridurre interi Reparti d’avanguardia, veri e propri  fiori all’occhiello del sistema sanitario locale, in tanti “Repartini di Periferia” che certo non riuscirebbero ad assicurare standard professionali  all’altezza di una popolazione,  quella marsicana, che non  merita certamente di essere considerata di terza Serie”. Le associazioni di Rete imprese Italia rivolgono un appello “a tutte le Autorità e alla intera classe dirigente della Marsica e della Provincia dell’Aquila,  affinchè almeno questa volta si eviti di mettere a repentaglio  il bene più prezioso per ciascuno di noi: la salute,  che è una cosa seria e quindi, richiede scelte serie. Per tutti e nell’interessi di tutti”. Dure accuse da parte della Stati al sindaco Floris tacciato di  immobilismo. Per il consigliere regionale di Fli il suo “silenzio” di fronte a una questione così importante come la Sanità e l’ospedale di Avezzano è “inaccettabile”.

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“La Marsica ha già dato troppo alla razionalizzazione dell’assistenza ospedaliera con la chiusura degli ospedali di Tagliacozzo, Pescina e della casa di cura Santa Maria e quant’altro”, hanno precisato i gruppi consiliari. “Ma oggi protestiamo soprattutto perchè è messo in pericolo il diritto alla salute di tutti i cittadini della provincia aquilana ed in modo particolare quelli marsicani. Riteniamo che il modello disegnato dal commissario Chiodi (decreto n.15 del 14 aprile 2011) coadiuvato dal Sub commissario Baraldi, prevedendo un unico ospedale di eccellenza o di riferimento per le cure complesse di tutta la Asl, non è e non può essere la  risposta organizzativa adeguata ai reali bisogni del cittadino-paziente, ma anzi cancella iniquamente  servizi e team di cura  che negli ultimi venti anni, nell’ambito dell’intera provincia, si sono guadagnati sul campo e non per decreto commissariale l’eccellenza. Il decreto commissariale ponendo in posizione eccentrica l’ospedale di riferimento (stranamente assegnato logicamente al capoluogo di provincia) non garantisce né l’equità di accesso né l’autosufficienza territoriale e pertanto  riduce di fatto  le garanzie di assistenza del cittadino. Considerato altresì che lo stesso decreto commissariale, depauperando le strutture subordinate di risorse umane e strutturali che oggi esistono ed operano, arreca un danno  incalcolabile all’intera economia regionale anche tramite l’inevitabile incremento della mobilità passiva, ci vediamo indotti e costretti a seguito  del silenzio di altre forze politiche che gestiscono il territorio e che ben potrebbero avere una più semplice intercessione con chi rappresenta la sanità regionale abruzzese, a proporre: un modello di “reti cliniche integrate” che non preveda una priorità gerarchica, preordinata peraltro per decreto commissariale , fra le strutture  ospedaliere  provinciali; in assenza di risposte  politiche adeguate saremo autori, previa raccolte di firme, di debito ricorso al tribunale amministrativo regionale stante le palesi violazioni di illegittimità costituzionale del decreto attuativo nonchè alla luce delle pronunce della corte costituzionale e di ben otto tribunali amministrativi che in altre parti d’Italia, hanno spazzato simili decreti; extrema ratio, qualora qualche persona non volesse riconoscere i suoi errori e non volesse restituire il rispetto al nostro territorio, siamo disposti ad azioni di piazza più eclatanti e più forti per far valere i nostri diritti”. Le associazioni aderenti a Rete imprese Italia, Cna, Confcommercio, Confesercenti e Confartigianato, hanno rivolto un appello al presidente Gianni Chiodi per evitare lo smantellamento della sanità. “Nei  mesi scorsi varie Associazioni aderenti a Rete imprese Italia intervennero pubblicamente sulla riorganizzazione del sistema sanitario e sugli effetti negativi che lo smantellamento di presidi sul territorio avrebbe provocato una ulteriore crescita dello  spopolamento nei piccoli comuni montani che già da anni fanno i conti con il fenomeno del c.d. “disagio  insediativo”, si legge nella nota diffusa da Rete imprese Italia. “La nostra voce è stata inascoltata e purtroppo, nei prossimi anni, assisteremo alla diffusione di una tendenza presente sul territorio che andrebbe contrastata da parte delle Istituzioni Regionali e che invece, con provvedimenti come quelli assunti recentemente, viene purtroppo favorita in modo non responsabile. Ora, con un’ostinazione degna di miglior causa, si prosegue a voler sbagliare ad ogni costo e ci riferiamo alle scelte che riguarderebbero l’Ospedale di Avezzano ed il tentativo di procedere ad una sorte di spacchettamento in “Repartini” di strutture che in molti casi rappresentano  “eccellenze” e che andrebbero tutelate ad ogni costo e messe al riparo da chi si è già distinto nella preparazione di indigeribili “spezzatini” che altro scopo non hanno se non quello di indebolire realtà che ogni buon amministratore dovrebbe valorizzare e di minare il bene comune che, ormai, non sembra interessare più nessuno. Purtroppo. E,  quindi,  proprio per evitare questo ulteriore errore strategico i cui effetti negativi colpirebbero al cuore ed al cervello il sistema territoriale marsicano,  ci rivolgiamo all’attenzione del Presidente Chiodi per richiedere un immediato stop a questo tentativo di ridurre interi Reparti d’avanguardia, veri e propri  fiori all’occhiello del sistema sanitario locale, in tanti “Repartini di Periferia” che certo non riuscirebbero ad assicurare standard professionali  all’altezza di una popolazione,  quella marsicana, che non  merita certamente di essere considerata di terza Serie”. Le associazioni di Rete imprese Italia rivolgono un appello “a tutte le Autorità e alla intera classe dirigente della Marsica e della Provincia dell’Aquila,  affinchè almeno questa volta si eviti di mettere a repentaglio  il bene più prezioso per ciascuno di noi: la salute,  che è una cosa seria e quindi, richiede scelte serie. Per tutti e nell’interessi di tutti”. 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