Avezzano. “Fare subito chiarezza sulle cause della morte dei due grifoni, le cui carcasse sono state trovate a poche decine di metri da un impianto eolico”. Lo chiedono Stazione Ornitologica Abruzzese che non sono convinti della possibilità espressa della morte per avvelenamento. “Si avanza l’ipotesi di morte per avvelenamento”, spiegano dalla Stazione Ornitologica, “nonostante venga evidenziata l’assenza di elementi in tal senso (bocconi avvelenati; presenza di altri animali – come volpi e cani – morti ecc.). Effettivamente nel passato molti grifoni nell’area marsicana sono morti a causa del veleno, considerato che i grifoni si alimentano su carcasse. Ma vogliamo ricordare che anche gli impianti eolici sono una delle maggiori cause di mortalità per questa specie. Basta vedere l’incredibile video girato a Creta per rendersene conto: http://www.epaw.org/multimedia.php?article=b2.
Inoltre, in Spagna sono centinaia di grifoni morti ogni anno a causa degli impianti eolici tanto che esiste una solida bibliografia scientifica su questo argomento (ad esempio, 221 grifoni morti in pochi anni in 13 impianti eolici http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0006320711004927). Per questa ragione è stata ordinata la chiusura di alcuni impianti eolici particolarmente impattanti. Una ricerca pubblicata su una delle migliori riviste al mondo di ornitologia ha anche dimostrato che i grifoni, per le caratteristiche morfologiche della testa e la posizione laterale degli occhi, sono particolarmente vulnerabili rispetto ad altre specie non riuscendo a vedere in tempo gli aerogeneratori (http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1474-919X.2012.01227.x/abstract).
Per questi motivi”, continuano dalla Stazione Ornitologica, “seppur con enorme ritardo e con molti impianti già autorizzati, la Regione Abruzzo ha iniziato da qualche tempo a vietare la realizzazione di nuovi aerogeneratori nelle aree frequentate dai grifoni nella Marsica. Ciò è avvenuto solo dopo l’avvio da parte del Corpo Forestale di un prezioso studio con trasmittenti che ha permesso di dimostrare che i grifoni sorvolano spesso sia le zone già occupate da impianti eolici sia territori in cui si vorrebbe realizzarne di nuovi. La Regione Abruzzo avrebbe dovuto realizzare questi studi prima di autorizzare qualsiasi impianto, come richiesto più volte dall’associazione scrivente, ma è rimasta purtroppo insensibile a tali osservazioni fino allo studio del Corpo Forestale. Purtroppo, però, il Comitato Via della Regione Abruzzo, in assenza di studi approfonditi realizzati con le stesse tecnologie utilizzate oggi sui grifoni dal Corpo Forestale, continua a concedere autorizzazioni in altre aree, come l’alto vastese e la zona del medio Sangro, dove vi è una delle più importanti popolazioni di Nibbio reale in Italia. Anche questa specie è vulnerabile rispetto alla mortalità da eolico e senza informazioni di dettaglio sui movimenti è praticamente impossibile stabilire e valutare l’impatto di un impianto eolico. Non capiamo, quindi, come si possa continuare ad autorizzare impianti in aree, come i monti Frentani, considerate a livello europeo come Important Bird Areas (Iba)”.
La Stazione Ornitologica Abruzzese chiede che sia fatta subito chiarezza sulle cause che hanno portato alla morte i due grifoni al fine di prendere tutte le iniziative opportune per ridurre al minimo il rischio di mortalità per questa ed altre specie. Auspichiamo per questo che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo e gli altri enti coinvolti divulghino quanto prima il referto necroscopico, come previsto dalla normativa sulla trasparenza dei dati ambientali (D.lgs.195/2005).