Celano. Dopo mesi di boom di visitatori si spengono i riflettori sulle Gole di Celano o meglio, per i più attenti ed esigenti alla nomenclatura, onde evitare l’ennesima coda di polemiche campanilistiche, di Aielli- Celano.
Arriva così il tempo di cura dei sentieri e di manutenzione. E con il covid, anzi, con il post covid, è arrivata finalmente una nuova cartellonistica. C’è già chi si lamenta che sia scritta solo in lingua italiana ma questa volta proviamo quantomeno ad “accontentarci”, considerato che una settimana sì e l’altra pure, c’è qualcuno che continua a perdersi tra i sentieri di uno dei canyon più conosciuti e apprezzati del Centro Italia.
Con i colori di ottobre sembra davvero di attraversare un percorso selvaggio, dove la mano dell’uomo, cartelli a parte, che sono davvero una svolta per il territorio in termini di sicurezza, si vede se non in rare ma comunque deliranti e imbarazzanti azioni.
Perché a sporcare la natura incontaminata, a volte, arrivano proprio le mani di chi quella natura dovrebbe tutelarla e soprattutto che dovrebbe insegnare agli altri come fare per rispettarla e per custodirla senza invasioni “barbariche”.
Ed è così che non appena si arriva all’inizio del canyon, a poche centinaia di metri dal parcheggio del versante celanese, spunta il numero del sentiero con la bandierina che regala a qualsiasi fruitore della montagna l’orientamento. Chi ha segnato e tinteggiato il numero del sentiero, però, davvero non si riesce a capirne il motivo, ha anche regalato alla parete un’enorme scritta “GOLE”.
Era davvero necessaria?
Non direi. Non se ne capisce l’utilità e a leggere le direttive della commissione centrale dell’escursionismo quaderno di escursionismo n.1, edizione 2010, del Gruppo di Lavoro Sentieri del Club Alpino Italiano) davvero non capisce come sia stato possibile che qualcuno abbia lasciato lì, a caratteri cubitali, quella scritta.
Salendo in direzione della Fonte degli Innamorati, viene poi da chiedersi quale sia la necessità dei frequentatori di un’area che si trova all’interno di un Parco naturale regionale, in questo caso del Sirente Velino, di lasciare scritte sulle pietre e anche gigantesche incomprensibili parole sulle pareti rocciose.
Sul sentiero che porta alla Fonte degli Innamorati, in autunno si rimane abbagliati dai colori e dai suoni della natura e il rumore del vento viene interrotto ogni tanto solo da qualche uccello, probabilmente disturbato dal passaggio degli umani.
Ed ecco che oggi, proprio alla cascata della Fonte degli Innamorati, spunta un’enorme croce. Mi avvicino un po’ incredula. Ma non per il simbolo religioso in sé di cui le montagne di tutto il mondo sono piene ma… Perché un crocifisso così grande è stato adagiato proprio lì?
Un amico professionista dell’escursionismo ha detto al telefono che è stata probabilmente spostata da un altro posto. Perché quella croce lì l’hanno portata dei frati anni fa, durante un pellegrinaggio di preghiera. Ma l’avevano messa da un lato della parete della montagna. Ora qualcuno invece avrà avuto l’ennesima insana volontà di adagiarla sotto la cascata, come se niente fosse.
Tornati al punto di partenza agli occhi pieni di bellezza arriva un altro scempio targato inciviltà. Uno di quelli a cui gli sporcaccioni seriali hanno ormai un po’ abituato tutti, da tutte le parti: immondizia abbandonata. In questo caso, però, le foto si commentano davvero da sole.
Infine una domanda: i controlli?
IL FOTORACCONTO