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Fonte Fiuggino, il sindaco Di Paolo a Colella: basta bugie, ecco tutta la verità

Andrea Rosati di Andrea Rosati
5 Gennaio 2019
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Canistro. Riportiamo di seguito le parole firmate dal sindaco di Canistro Angelo di Paolo e dall’assessore Ugo Buffone, arrivateci attraverso un comunicato stampa che fa chiarezza sulla questione della Fonte Fiuggino.

“Con riferimento all’articolo di giornale relativo alla sentenza del Tar dell’Aquila sulla decadenza della Santa Croce dalla  concessione della  fonte “Fiuggino”, il comune di Canistro, mediante il proprio Sindaco, dr. Angelo Di Paolo e l’assessore competente, osservano che le affermazioni riportate nell’articolo risultano alquanto strumentali ed omettono di dire il motivo principale della decisione. Giova premettere che la sorgente Fiuggino come dimostrato da sopralluoghi in loco per la misurazione della portata in presenza di tutte le parti interessate, dispone di una capacità, a parere di tecnici, non sufficiente per lo sfruttamento tant’è che la società dal 2007 al 2017 non l ‘ha mai sfruttata. Leggendo la sentenza, tempestivamente trasmessa al comune dai propri legali, si comprende chiaramente che il TAR ha stigmatizzato la condotta della regione che ha omesso di adempiere a quanto prescritto dallo stesso TAR nella fase cautelare del giudizio, allorché chiedeva alla regione di riesaminare le motivazioni in ordine alle prescrizioni non ottemperate da parte della società Santa Croce e alla stessa contestate solo genericamente nell’atto di decadenza. Tanto veniva richiesto alla regione con l’ordinanza n. 297 del 23 novembre 2017. A distanza di un anno l’ente regionale presentava nel corso di giudizio una corposa relazione tecnica con cui spiegava tutti gli inadempimenti e le omissioni della società Santa Croce. Il TAR, con la sentenza del 31 dicembre scorso, prende atto che la regione Abruzzo, nell’arco di un anno, invece di trascrivere le numerose motivazioni a supporto di un rinnovato atto amministrativo di decadenza si è limitata a riportare tali giustificazioni soltanto nella relazione depositata al TAR. Per tale motivo nella sentenza viene rilevato che la colpa dell’apparato regionale “emerge chiaramente dal successivo contegno della regione solo con la relazione depositata il 17 novembre 2017 allegato, in via postuma, quelle stesse ragioni, attinenti a fatti coevi al procedimento, e avrebbe potuto e dovuto porre a fondamento del provvedimento impugnato”. Dalla condotta della regione ne discende l’annullamento della determina regionale di decadenza del 21 agosto 2017. Il comune non ha avuto parte nella formazione dell’atto amministrativo  di decadenza, essendo il rilascio della concessione e il suo ritiro di esclusiva competenza della regione, né può essere confuso l’interesse del comune che lo indusse nel 2015 a impugnare il bando relativo al rinnovo della concessione della sorgente Sant ‘Antonio Sponga. Il predetto Bando, per la formazione del quale il comune venne tenuto allo scuro, non prevedendo che una soglia minima di sfruttamento determinava incognite di compatibilità  ambientale, incideva direttamente su interessi vitali del territorio, come riconosciuto dallo stesso TAR e dal consiglio di Stato, che ha confermato le ragioni del comune che ne chiedeva l’annullamento. Tali considerazioni verranno sottoposte al vaglio delle autorità nelle sedi competenti, e non sui giornali, al fine di chiarire la posizione dell’ente locale. Peraltro, è assolutamente falso quanto si legge nell’articolo pubblicato secondo cui il sindaco di Canistro, Angelo Di Paolo, nei mesi scorsi, aveva emesso un’ordinanza con cui si vietava l’imbottigliamento, ma anche in quel caso, la società di Colella ha avuto ragione. È falso che la Santa Croce, la cui titolarità non si comprende se sia del dr. Nicolino Montanaro o di Camillo Colella, abbia avuto ragione. Vero è, invece, che l’ordinanza  sindacale di sospensione non è stata nemmeno impugnata davanti al TAR e che, invece, a ridosso della stessa, il ministero della Salute, come riportato da numerosi organi di stampa (si veda Marsicalive del 11 agosto 2018, l’articolo dal titolo: Acqua Santa Croce ritirata dai supermercati, il Ministero:  “non bere”. Ecco il lotto incriminato), ha diffuso un “Modello di richiamo” comunicazione ministeriale del 10 agosto 2018 relativa al lotto di produzione della Santa Croce S.r.l. n. BL060A I O, con cui l’acqua minerale ivi imbottigliata e commercializzata nello stabilimento di Canistro, proveniente dalla Sorgente Fiuggino, è stata giudicata pericolosa a causa della presenza di “particelle in so:,pensione da caratterizzare” , a tal punto da intimare il divieto di consumo della sopracitata acqua e la restituzione al punto vendita. Il  TAR,  nella  sentenza,  ha  altresì  evidenziato che la regione  non  ha  tenuto  in  considerazione  i numerosi solleciti che, fìno ad aprile 2018, il comune ha rivolto alla regione (affinché accertasse la provenienza  dell’acqua imbottigliata dalla ricorrente con detto marchio. Ciò, invece, è stato oggetto di accertamento da parte della  Magistratura che ha sequestrato l’acqua imbottigliata con il marchio Santa Croce-Fiuggino per l’ipotesi di reato di frode in commercio, sequestro confermato dal Tribunale del riesame con riferimento all’acqua minerale imbottigliata, eccettuato i macchinari che, evidentemente, devono essere manutenuti e quindi riconsegnati alla disponibilità della società. Appare gravissima, inoltre, l’affermazione di Camillo Colella che si dice “.fìducioso che la regione nella sua dirigenza ‘sana’ possa sbloccare l’autorizzazione provvisoria della sorgente Sant’Antonio Sponga”. Ci si domanda, quale sarebbe la “dirigenza sana”, quella che non è stata capace di adempiere all’ordine del TAR di motivare in modo puntuale ed esaustivo il provvedimento di decadenza tanto da meritarsi una condanna risarcitoria? Oppure quella che ha lasciato alla Magistratura la verifica della provenienza dell’acqua imbottigliata sotto il marchio Santa Croce Fiuggino al punto da costringerla ad effettuare il sequestro? Sarà la Corte dei Conti a valutare la condotta della regione, perché qualcuno dovrà pur rispondere al grave danno erariale causato. Intanto, a Colella, oltre che gli auguri di buon anno da parte dell’amministrazione comunale vanno anche gli auguri per un abbondante e redditizio quantitativo di acqua che potrà imbottigliare dalla fonte Fiuggino. Auguri!

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