Tagliacozzo. Nel suo DNA abruzzese scorre da sempre la passione per il vino ma la storia delle sue Cantine Benvenuto ha inizio tra i colori e i profumi mediterranei delle colline della Calabria, dove da bambino era solito trascorrere le vacanze in famiglia. È qui nelle terre dell’Enotria che il giovane sommelier e agronomo Giovanni Celeste Benvenuto, originario di Tagliacozzo, ha riscoperto la tradizione vitivinicola dello zibibbo, prodotto tipico dell’isola di Pantelleria. Ormai da più di 10 anni a Francavilla Angitola (in provincia di Vibo Valentia) il marsicano Benvenuto ha conquistato la Calabria intera con l’arte del suo vino. A lui va il merito di aver utilizzato per primo l’uva dello zibibbo al fine di ottenere un vino secco come accade da sempre in Sicilia. Ora il suo zibibbo è consigliato dalle migliori guide di vini italiani e può vantare il titolo di Top Hundred d’Italia 2016.
“Audentes fortuna iuvat” … la fortuna aiuta gli audaci: è il motto della sua cantina. La stessa fortuna l’ha spinta a tornare in quelle terre dove la sua famiglia affonda le proprie origini. Ci racconti la sua scelta di lasciare l’Abruzzo e stabilirsi in Calabria e occuparsi di vino.
È stato frutto di un amore indotto involontariamente da mio padre per la propria terra. Ascoltare i suoi racconti e ammirarne le bellezze quando da piccolo annualmente venivo in vacanza ha trasmesso in me un amore per una terra fin troppo spesso oggetto di pregiudizi ma in realtà pregna di fascino al punto tale da farti innamorare di essa.
Un marsicano trapiantato in Calabria, un’altra regione d’Italia che abbonda di vini. Quali sono le principali differenze che metterebbe in luce rispetto all’Abruzzo?
In Abruzzo sono stati bravissimi a valorizzare le proprie cultivar e i stessi consumatori a scegliere con orgoglio uno straordinario prodotto della propria terra. In Calabria questo fenomeno è meno evidente, sia nei produttori che nei consumatori, nonostante rappresenti l’antica Enotria. La speranza è che si riscopra completamente l’antico valore di questo territorio, esaltando ciò che ha di bello e unico.
Non ha mai pensato di tornare a Tagliacozzo?
Ovviamente si, è la mia terra, sono orgoglioso e fiero di esser marsicano, e porto il mio paese nel cuore, ma ormai, dopo 14 anni, sento casa mia la Calabria.
La sua cantina in realtà richiama l’Abruzzo nello stemma. Quale è il suo significato e perché questa scelta?
Ci sono due simboli nel logo, uno è la chimera dei Marsi, per via del mio amore e del profondo orgoglio di essere marsicano, l’altro è lo stemma di Francavilla Angitola, l’incantevole paese in cui è ubicata l’azienda, entrambi rappresentano una partenza e un arrivo.
Ha sicuramente il merito di essere stato il primo a riuscire a vinificare lo zibibbo secco IGP facendo partorire una legge ad hoc alle Istituzioni. Quale sono state le maggiori difficoltà che ha incontrato?
Oltre la lungaggine dell’aspetto burocratico, la difficoltà maggiore è stata nel ricercare i legami con l’antica tradizione vinicola cercando di ottenere un prodotto innovativo ma che nello stesso tempo non tradisse i ricordi, i sapori e i profumi di questo territorio.
A proposito di regolamentazioni per valorizzare la qualità di un vino rimarcando il legame con la terra in cui nasce, ci sono agricoltori che scelgono di uscire dalle DOC o dalle DOCG della propria zona di riferimento. Lei come si relazione a questi concetti normativi?
Mi trovo pienamente d’accordo. Anche io non aderisco a una DOC nonostante potrei proprio per esprimermi in autonomia, senza ricevere un’ etichetta o un disciplinare che limiti la personalità dei nostri prodotti.
Ha dichiarato che lo zibibbo è il cavallo di battaglia delle Cantine Benvenuto. Quale è l’abbinamento perfetto con un piatto della tradizione calabrese che consiglierebbe?
Con le “alici arriganate” squisito piatto povero, ricco di profumi che richiamano molto il mediterraneo.
Lo zibibbo è stato inserito nelle migliori guide di vino italiane e straniere oltre che a comparire nei Top Hundred vini d’Italia 2016. Quale è il significato oggi per chi non è del settore di aver ottenuto così importanti riconoscimenti?
L’unico significato che vorrei che avesse è che se si desidera qualcosa, con amore e passione tutto è possibile.
Promotore della nascita di un presidio Slow Food che a settembre verrà presentato al Salone Internazionale del Gusto. Quale sarà la missione della sua azienda?
Grazie all’operato del Prof. Silvio Greco siamo riusciti a portare alla luce questo presidio: la missione è di preservare custodire e far conoscere nel mondo questa secolare cultivar che nonostante sia sempre stata coltivata tra Pizzo e Francavilla, stava tragicamente vedendo la sua scomparsa.
Concludo con una domanda più personale: una sua giornata “tipo” tra i vigneti.
La mia giornata tipo…parto da casa, da Pizzo Calabro, perla della costa degli Dei, risalgo velocemente le colline che affacciano sul mare e arrivo a Francavilla. Il percorso ogni mattina da 12 anni, sembra esser fatto per la prima volta, la macchia mediterranea con i suoi colori e i suoi profumi rende il tragitto ideale per rilassare la mente…arrivato in azienda, entro tra i vigneti: tutti coltivati ordinati su terrazze esposte verso il mare, dal quale risale costantemente una brezza marina, mi fermo a mirarli e respiro a pieni polmoni un’ aria serena, la stessa che dà sollievo anche nelle ore più calde della giornata. Ci sono autori del 1500 che tessono lodi a questa terra e al suo vino. Conscio del valore di questi luoghi, coltivo le vigne, da buon agronomo controllo che ogni aspetto sia curato, ogni mese con lavori diversi, sempre nel rispetto dell’ambiente e del territorio dal momento che l’azienda è in regime biologico. Ogni giorno lo affronto considerando i vigneti come compagni di un viaggio che inizia a gennaio e termina a ottobre con la vendemmia, consapevole che tutto l’amore e la passione riversato in loro tornerà ad esser presente in ciascuna bottiglia…
@baldaroberta